Feltri: “Il fisco perseguita chi paga le tasse: mi hanno chiesto 5000 euro senza motivo”

4 Giu 2022 16:27 - di Federica Argento
Fisco Feltri

Si parla molto di fisco, di tasse. A partire dall’ “ingorgo fiscale” di giugno, ‘via Crucis’ per gli italiani, alle dichiarazioni di Ernesto Maria Ruffini, capo della Agenzia delle entrate; che ha rivelato che in Italia ci sarebbero 19 milioni di evasori fiscali. Combattere i furbetti è sacrosanto. Ma è interessante la notazione puntuta che fa Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, sull’edizione in edicola sabato 4 giugno.  Attenzione, scrive, spesso “il fisco perseguita anche chi paga le tasse”.

Fisco, Feltri: “Mi chiedono di pagare quasi 5000 euro senza motivo”

Non è un parlare da qualunquista, tutt’altro, Feltri racconta un episodio increscioso di cui è stato vittima prorio in questi giorni: “Proprio ieri ho ricevuto a casa una raccomandata della famigerata Agenzia nella quale è scritto che devo versare 4.499 euro alla medesima Agenzia. Perché? Questo non è specificato. Trattasi di una ingiunzione di pagamento immotivata”. Con il suo gusto per il paradosso scrive che gli piacerebbe essere un evasore fiscale, ma che glielo impedisce il fatto che “i  miei redditi sono tassati alla fonte, quindi non posso materialmente avere dei debiti con l’erario”. Per questo la sua osservazione è motivata e pertinente. passare da evasore è un insulto. Tra l’altro, racconta che non è la prima volta “che mi capita di essere invitato perentoriamente a versare denaro non dovuto. Perché in Italia succede che vengono perseguiti i contribuenti fedeli e sono trascurati i furbacchioni che sgarrano”.

Feltri: “Una seccatura, nessuno mi chiederà scusa”

Gli evasori incalliti sono certo più “abili” a mascherare i loro redditi. Non avrà difficoltà Feltri a risolvere il qui pro quo con l’Agenzia delle Entrate, ma resta la seccatura, la preoccupazione, il tempo perso a dimostrare che denaro non è dovuto. Una situazione analoga srà capitata a molti contribuenti, non solo per il direttore è la prima volta che si generi un equivoco. “Naturalmente mi rivolgerò al mio commercialista il quale dimostrerà anche in questa circostanza, come sempre, che la richiesta rivoltami dallo Stato di sganciare quasi 5 mila euro è arbitraria. Intanto però il mio disturbo, molto fastidioso, non sarà affatto risarcito. I burocrati dell’Agenzia non si agiteranno e non mi chiederanno neanche scusa”.

La morale? “Un sistema tributario sgangherato”

“Questo è il sistema tributario del nostro sgangherato Paese, e non c’è verso di correggerlo”, scrive Feltri. Che specifica che la sua non è la solita lagna di chi viene colpito ingiustamente. La sua lagnanza è nei numeri macroscopici degli evasori. Possibile che 19 milioni di connazionali riescano a gabbare il fisco e a lui che paga le tasse “alla fonte” arrivi una cartella di quasi 5000 euro da pagare senza motivo?  “Per ridurre la folla straripante di coloro che non fanno il loro dovere, basterebbe un pizzico di buona volontà. Nelle nostre belle città circolano migliaia e migliaia di automobili di lusso, che costano un patrimonio. Attraverso la targa sarebbe semplice risalire ai proprietari delle vetture”. E’ uun suggerimento e altri ce ne potrebbero essere. “Indi controllare le denunce dei redditi di costoro e verificare che i loro introiti siano compatibili con le spese da essi sostenute”. Feltri è in vena di suggerimenti: “Lo stesso meccanismo di controllo potrebbe facilmente essere attuato verificando le operazioni immobiliari. Un esempio elementare. Io mi sono comprato un appartamento del valore di 600mila euro? Se sulla mia dichiarazione dei redditi affermo di guadagnare 28 mila euro l’anno è evidente che ho imbrogliato”. Ma basta perseguitare gli onesti.

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