Caos Procure, Lotti: «Palamara interessato a far pubblicare l’esposto contro Pignatone»

12 Gen 2023 17:50 - di Redazione
Palamara

Veline e veleni. Sullo sfondo il caos delle Procure sconquassate dal “tornado Palamara“. Oggi è stata la volta dell’ex-ministro Luca Lotti, sentito come teste nel processo per rivelazione del segreto d’ufficio che vede l’ex-capo dell’Anm nonché membro del Csm imputato a Perugia con l’ex-pm di Roma Stefano Rocco Fava, ora giudice civile a Latina. Al centro della ricostruzione della deposizione di Lotti, un esposto presentato da Fava contro il vertice della Procura capitolina rappresentato da Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo. In esso Fava lamentava la mancata astensione dei due colleghi in relazione a rapporti lavorativi che avevano i loro fratelli.

L’ex-ministro teste a Perugia

A detta di Lotti, Palamara era interessato a che l’esposto di Fava trovasse spazio sui giornali. «Ne abbiamo parlato più di una volta, e in un’occasione era presente anche Cosimo Ferri – ha ricostruito Lotti in aula -. Ricordo che Palamara era particolarmente interessato alla pubblicazione della notizia perché immagino avesse a che fare con vicende relative alla nomina del procuratore di Roma. Palamara almeno una volta mi ha fatto riferimento al fatto che i suoi rapporti con Pignatone non fossero così buoni come una volta, senza spiegarmi il perché».

«Ho conosciuto Palamara nel 2013»

Successivamente, l’ex-segretario dell’Anm informò Lotti della prossima pubblicazione dell’esposta. Cosa che effettivamente accadde un mese dopo sul Fatto Quotidiano e sulla Verità. Quanto ai suoi rapporti con Palamara, l’ex-ministro ha dichiarato di averlo conosciuto nel 2013, anno in cui fu eletto alla Camera. Ha invece saputo dell’esposto solo più di recente, nel 2019, nel corso dell’ormai famoso incontro all’Hotel Champagne di Roma, da cui sono originati tutti i guai giudiziari dell’ex-toga. Rispondendo, infine, a una domanda dei pm, Lotti si è detto certo «di non aver passato mai nessun documento a Palamara e di non aver mai ricevuto documenti sui rapporti del fratello di Ielo con Eni».

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