Aveva 118 anni: è morta in Francia suor André, la donna più anziana del mondo

18 Gen 2023 10:04 - di Agnese Russo
donna più anziana

«È con immensa tristezza ed enorme emozione che ho appena appreso della morte di suor André». Suor André, al secolo Lucile Randon, era ritenuta essere la persona più anziana del mondo: la donna aveva 118 anni. A dare l’annuncio della sua scomparsa è stato il sindaco di Tolone, la città nel Sud della Francia in cui viveva, Hubert Falco, ricordando che tra meno di un mese, l’11 febbraio, suor André avrebbe festeggiato un altro compleanno.

Il sindaco di Tolone: «Era la decana dell’umanità»

«Era la decana dell’umanità e grazie alla sua notevole età aveva conquistato il cuore di tutti i francesi», ha scritto ancora Falco sulla sua pagina Facebook, postando una sua foto con la religiosa e sottolineando che «al di là del simbolo che rappresentava per aver attraversato il secolo e vissuto due guerre mondiali, suor André era soprattutto una donna profondamente buona e affettuosa».

Suor André era la donna più anziana del mondo dall’aprile del 2022

Lucile Randon, nata nel sud della Francia nel 1904, lo scorso aprile era stata inserita nell’elenco del Guinness World Records delle persone in vita più anziane del mondo. Con la sua morte, il titolo di donna più anziana del mondo passa alla 115enne María Branyas Morera, che vive in Spagna. Suor André, invece, lo aveva ereditato dalla giapponese Kane Tanaka, che si è spenta il 26 aprile all’età di 119 anni.

Le “blue zone” dove sono di casa gli ultracentenari

La straordinaria longevità di alcune persone è stata spesso al centro di specifici studi scientifici, nell’ambito dei quali sono state anche individuate delle specifiche aree geografiche particolarmente interessate dalla presenza di ultracentenari. Fra queste si segnala anche l’Ogliastra, in Sardegna, che va a braccetto con l’isola di Ikaria in Grecia, Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica e il villaggio di Loma Linda nella California meridionale. Gli esperti le chiamano “blue zone” e le portano a testimonianza del fatto che buone abitudini di vita possono dare un supporto determinante alla genetica.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi