Utero in affitto, attivisti omosessuali contro la maternità surrogata: «È questione di soldi»
L’Ue vuole imporre l’utero in affitto. Come denunciato da La Verità, la Corte europea dei diritti umani «ha di fatto sancito la legalità dell’utero in affitto, con un precedente che farà giurisprudenza, mentre la Commissione Ue sta preparando una legge per imporre le adozioni gay a tutti gli Stati membri dell’Unione, Italia inclusa». Un principio che però non trova consenso unanime.
Attivisti omosessuali si schierano contro l’utero in affitto
Alcuni attivisti omosessuali si schierano infatti contro l’utero in affitto. Come riporta La Verità due scrittrici e studiose francesi, l’attivista lesbica Marie-Josèphe Devillers e l’attivista per i diritti delle donne Ana-Luana Stoicea-Deram hanno pubblicato un libro tradotto in italiano con il titolo programmatico Per l’abolizione della maternità surrogata (Ortica Editrice).
Il punto di vista di un uomo gay
Nel libro c’è anche il contributo di Gary Powell, intitolato Il punto di vista di un uomo gay: «Se la maternità surrogata offre una parità ai gay benestanti in termini di possibilità di diventare genitori, la fornisce principalmente a coloro che godono di una grande ricchezza». E ancora: «La maternità surrogata commerciale è stata gradualmente lavata con l’arcobaleno e Big fertility sta entrando nelle legislazioni occidentali sulla scia di una lobby Lgbt+ aggressiva e misogina che nessuno può offendere, turbare o anche solo mettere in discussione. Qualsiasi critica rischia di essere denunciata come “odio”, secondo la neolingua che ci viene imposta da coloro che desiderano colonizzare il nostro linguaggio e i nostri movimenti politici».
Utero in affitto: l’aspetto etico
E poi c’è anche l’aspetto etico. «La maternità surrogata non solo strumentalizza le donne e i bambini in modo disumanizzante: è anche un processo fisicamente pericoloso che può portare a gravi malattie, traumi psicologici e morte».
Ecco, il problema – sottolinea ancora l’attivista gay, come riporta il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – è che denunciare questi dati di fatto è diventato praticamente impossibile: «La reazione frequente degli attori della lobby Lgbt+ nei confronti di chi si esprime contro la maternità surrogata è molto simile a quella che viene riservata a chi si oppone all’ideologia di genere più estrema. Si tratta di gettare fango, di dire mezze verità fuorvianti e subdole e di puro odio». In sostanza, chiosa Powell, «la lobby di attivisti che è la prima ad accusare gli altri di “odio” ad ogni occasione, è essa stessa un corpo completamente intossicato dall’odio e dall’ignoranza intenzionale».