Manovra, oggi sfilano Cobas e sindacato di base: «Noi in piazza contro la finta sinistra»

3 Dic 2022 12:21 - di Francesca De Ambra
Manovra

Contro la manovra del governo Meloni, ma soprattutto contro Cgil, Cisl, Uil e «la finta sinistra che ha tradito i lavoratori e oggi vorrebbe ritrovare una sua verginità politica». Il fronte sindacale si spacca. Doppiamente: al vertice, con la Cisl che si dissocia dallo sciopero che Cigl e Uil hanno in animo di organizzare; e alla base con il corteo che oggi si snoderà lungo le vie di Roma al grido di “giù le armi, su i salari“. Dopo lo sciopero di ieri, il sindacalismo di base si è dato appuntamento per oggi alle 14 nella Capitale. Ci saranno Sì Cobas, Unione sindacale di Base e decine di altre sigle. A protestare contro guerra e carovita sono attese circa 10mila persone.

«Contro la manovra e contro la guerra»

In piazza sfileranno un po’ gli addetti di tutti i settori: dai braccianti alla logistica, dalla Pubblica amministrazione alla scuola, alla sanità, ai trasporti ai servizi. Nel mirino, ovviamente, c’è la manovra attualmente in via di definizione e prossima all’esame del Parlamento. Ma non sfugge la natura “politica” della manifestazione. Non è infatti un mistero che Cobas e compagnia mirino a prosciugare i bacini di reclutamento cui attingono le grandi organizzazioni come Cgil, Cisl e Uil. Le tre sigle storiche sono da tempo sotto attacco da parte del sindacalismo di base che le accusa apertamente di tutelare molto se stesse e molto poco i lavoratori.

«Non abbiamo nulla a che fare con Cgil, Cisl e Uil»

La presenza di un governo di centrodestra rende questo spirito di rivalsa e di concorrenza molto più aggressivo. In tal senso non è casuale l’accento posto dagli organizzatori, oltre che sulla manovra, sul tema della guerra, particolarmente divisivo a sinistra, dove al Pd ufficiale schierato nettamente in favore dell’Ucraina si contrappongono settori dem e altri spezzoni della sinistra che non sembrano distinguere troppo tra Paese aggredito e Paese aggressore. L’altro punto di rottura con i vari Landini, Sbarra e Bombardieri riguarda la rappresentanza dei cosiddetti non-garantiti. Basta ascoltare le parole dettate all’Adnkronos da Eduardo Sorge, sindacalista del SiCobas, per rendersene conto: «Il nostro – ha tenuto a puntualizzare – sarà un corteo di lavoratori e lavoratrici, di disoccupati e disoccupate».

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