L’Ue asservita alle Ong. A Bruxelles se ne contano 3500: così dettano legge nel Palazzo

16 Dic 2022 8:47 - di Michele Pezza
Ong

Metti su una Ong e girerai il mondo. Proprio così, a Bruxelles le tre parole “Organizzazione non governativa” funzionano come un “apriti Sesamo” capace di spalancare magicamente qualsiasi porta. Ne esistono, racconta il Giornale, ben 3488, burocraticamente annotate nella categoria “Organizzazioni, piattaforme e reti non governative e altre organizzazioni analoghe” del registro delle lobby istituito dalla Commissione europea. In teoria dovrebbe servire a conferire trasparenza al sistema lobbistico che s’interfaccia con gli organismi politico-burocratici dell’Ue, ma nella pratica non è così. Almeno per le ong, appunto.

Pochi gli obblighi di trasparenza a carico delle Ong

A differenza, infatti, dei gruppi di pressione che rappresentano interessi industriali, le Ong hanno meno obblighi di trasparenza rispetto alla provenienza dei fondi e delle donazioni che ricevono. Una facilitazione che apre il varco a tentazioni che a volte si rivelano irresistibili. È il caso, appunto, della Fight Impunity di Antonio Panzeri, il volto del Qatargate. A chiacchiere la sua organizzazione si sarebbe dovuta occupare di diritti umani, nei fatti s’ingrassava di mazzette provenienti dal Qatar e del Marocco. «Le Ong servono a far girare i soldi», ha confessato due giorni fa Francesco Giorgi, compagno della deputata greca Eva Kaili, l’altra protagonista dello scandalo delle eurotangenti.

Occorrono regole nuove

E si capisce: le Ong si ammantano di nomi nobili e di finalità filantropiche. Ma non tutte le perseguono sul serio. E fin quanto a Bruxelles resteranno queste le regole, ci sarà poco da fare. La differenza in termini di obblighi di trasparenza circa le origini dei soldi ricevuti tra una Ong e una lobby di natura industriale risulta infatti decisiva. «L’attuale registro fa poco per rimediare a questa situazione. I casi di gruppi di facciata non vengono mai scoperti dai funzionari che gestiscono il registro», sottolinea Kenneth Haar, ricercatore di un gruppo che studia le attività di lobbyng nella Ue. Occorrerebbe intervenire. La Lega ha tentato di farlo attraverso alcuni emendamenti alla risoluzione sul Qatargate, ma il veto della sinistra si è rivelato insormontabile. E non è una novità.

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