“Le Ong servono a far girare i soldi”: cosa emerge dal Qatargate, altro che diritti

14 Dic 2022 10:23 - di Gabriele Alberti
Qatargate Ong

“Le ong? Ci servono per far girare i soldi”. Ammissioni deflagranti nelle dichiarazioni di Francesco Giorgi l’indagato per le mazzette dal Qatargate che sta parlando da ore e ore con i magistrati. L’assistente parlamentare dell’eurodeputato del Partito Democratico Antonio Cozzolino (non indagato) e compagno della ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili (destituita), ha risposto  agli inquirenti belgi. Fornendo dettagli sulla rete dell’ex deputato Antonio Panzeri e della sua compagna. Informazioni che hanno consentito di estendere le indagini a Marc Tarabella. Martedì la polizia belga ha sequestrato 20 mila euro nell’abitazione di Giorgi ad Abbiategrasso. In tutto a Giorgi Kaili sono stati sequestrati quasi un milione di euro in contanti, che, aggiunti ai 600 mila ritrovati a Panzeri fanno arrivare a un totale di un milione e mezzo di euro.

Qatargate, Ong: le carte dell’interrogatorio, rilanciate da Repubblica

Nelle carte dell’interrogatorio di Giorgi che Repubblica cita ci sono ammissioni gravi.  Secondo le accuse diel procuratore belga, Michel Claise, il gruppo formato da lui, Panzeri, Niccolò Figà-Talamanca e Luca Visentini (che si dice però estraneo all’indagine) si muoveva intorno alla Ong “Fight Impunity”. Repubblica riporta le parole di Giorgi. Le ong in questione avevano l’obiettivo di favorire due paesi: Qatar e Marocco: «ci servono per far girare i soldi», ammette lo  stesso Giorgi davanti ai magistrati. Il gruppo si muoveva con la massima spregiudicatezza, per come è raccontato negli atti,  e sarebbe attivo almeno dal gennaio del 2021. I reati contestati sono: quello dell’associazione, la corruzione e il riciclaggio. “Il rapporto principale era appunto con il Qatar. Ed era ai livelli più alti”.

Ong, Qatargate e non solo:  “regali” anche dal Marocco

Nelle carte si fa riferimento al ministro del Lavoro Ali Bin Samikh Al Marri, che Kaili ha incontrato il primo novembre in Qatar. Un incontro verificatosi “grazie all’intermediazione del gruppo che, stando alla ricostruzione che ne fanno gli inquirenti belgi, si muoveva proprio per creare relazioni tra i membri dell’Europarlamento e le autorità qatarine. Nel provvedimento si fa esplicito riferimento ai mondiali di calcio in corso. E alla necessità che aveva il governo di Doha che si parlasse positivamente delle “riforme” in materie delicate, come appunto il lavoro. E si bloccasse ogni polemica”.

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