Il killer di Fidene ha studiato ogni mossa: ha chiesto una Glock calibro 45 che conosceva bene

12 Dic 2022 20:24 - di Redazione

“Ha chiesto espressamente una Glock calibro 45 che aveva già operato in passato al poligono di tiro. Quindi un’arma che ben sapeva utilizzare”. È una delle testimonianze raccolte dagli inquirenti che hanno fermato Claudio Campiti. Il 57enne che ieri ha ucciso tre donne e ferito altre tre persone a colpi di pistola durante la riunione del consorzio Valleverde. In un gazebo nel quartiere Fidene a Roma. Questo era avvenuto alle 8,55. Ma successivamente si è accertato che nella stessa mattinata Campiti “non si è visto sulla linea di tiro”.

Fidene, il killer ha chiesto una Glock calibro 45

Il killer, viene detto ancora, “sa usare benissimo le armi. Come si desume dal diploma di idoneità al maneggio delle armi, rilasciatogli nel novembre 2019. Dalla scheda tecnica di maneggio armi corte, del 9 novembre 2019 (30 colpi sul bersaglio su 30 sparati). E dalla circostanza che da anni  (dal 2018) è socio del ‘Tiro a segno Nazionale’ di viale Tor di Quinto a Roma”. Era un tiratore esperto e si allenava da diverso tempo al poligono di via di Tor di Quinto, sottoposto a sequestro. Ma c’è un altro elemento che avvalora la premeditazione, contestata dal pm Musarò a Campiti insieme a quella dei futili motivi. L’uomo “da diversi anni non partecipava a una assemblea del Consorzio. Quindi già la sua presenza sul luogo dell’assemblea può ritenersi per certi versi anomala. Tenuto anche conto del fatto che l’uomo risiede ad Ascrea, ad oltre 5 chilometri da Roma”.

Il piano era premeditato e organizzato nei dettagli

La premeditazione emerge chiaramente anche da altri oggetti trovati a Campiti. “Tutti sintomatici di un piano omicidiario organizzato nei dettagli. Un secondo caricatore con colpi, 155 cartucce stesso calibro, un coltello a serramanico, lama 28 centimetri”. Per gli inquirenti sono molti gli elementi che “depongono univocamente che la condotta di Campiti fosse stata premeditata fin nei minimi particolari”. Tra gli oggetti ritrovati e sequestrati durante la perquisizione dall’abitazione dell’uomo che ha ucciso le tre donne anche una fototrappola usata come telecamera di sorveglianza e un coltello da sub. I carabinieri stanno conducendo accertamenti, acquisendo documenti, tra cui i verbali di entrata e di uscita, e visionando i filmati delle telecamere del Poligono di tiro. L’obiettivo è ricostruire eventuali responsabilità di chi doveva vigilare, al momento però non ci sono altri indagati. Intanto è stato dimesso dal Policlinico Gemelli di Roma il testimone ‘eroe’ che ieri ha disarmato Campiti, dopo che aveva ucciso tre donne a colpi di pistola durante la riunione condominiale del consorzio Valleverde. Silvio Paganini ha lasciato l’ospedale insieme ad alcuni familiari senza rilasciare commenti.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *