Feltri punge il club delle “ingrate” di FI: “Fossi nella Gelmini mi vergognerei come un evasore fiscale”

12 Dic 2022 14:23 - di Chiara Volpi
Feltri

«Che ingrate le donne create dal Cavaliere». S’intitola così la riflessione editoriale firmata da Vittorio Feltri e pubblicata con richiamo in prima pagina sull’edizione di Libero in edicola oggi. E si risolve in una sorta di pamphlet divertito quanto divertente sulle signore della politica nate da una costola di Forza Italia. E assurte alla gloria di ruoli e investiture per endorsement del padre nobile, Silvio Berlusconi. Una disamina rapida ed esaustiva, che passa in rassegna debutto politico e approdi partitici ben lontano dalle sponde degli esordi, delle esponenti azzurre che, dalla Gelmini alla Moratti, passando per la Carfagna, si sono rese protagoniste di repentini cambi di casacca.

Feltri passa in rassegna le ex donne azzurre e commenta il tradimento a Berlusconi

Un agile corsivetto, sapido e caustico, quello dell’irriverente direttore editoriale di Libero, che nell’addentrarsi nell’intricato riassunto e commento della vicenda, già nell’incipit sottolinea: «I signori (si fa per dire) della politica italiana ormai cambiano più spesso partito che mutande, e la cosa un po’ ci inquieta. Letizia (o Mestizia, come la chiama Dagospia) Moratti dopo anni e anni di onorata militanza nel settore Berlusconiano, durante i quali è stata brava presidente della Rai, pareggiandone miracolosamente i conti, due volte ministro con bravura, infine vicepresidente della Regione Lombardia, si è ora accucciata nella calda opposizione ad Attilio Fontana, di cui è stata braccio destro. Un curriculum da capogiro con un finale comico, visto che rischia di accoppiarsi addirittura con Majorino (in questo caso nomen non est omen)»…

Feltri su Moratti, Gelmini Carfagna: e quel cambio di casacca che…

E la Moratti è sistemata. Con garbo e simpatia personale, ma pur sempre “sistemata”… Così l’infaticabile Feltri passa a esaminare il file Gelmini, che descrive come «una colonna lombarda di Forza Italia, dalla quale mi sembrava inscindibile», ma che «adesso ha fatto le valigie di lusso, cioè firmate, per trasferirsi in un gruppo interessante perché destinato a perdere». Così come, prosegue Feltri, «un’altra sedotta dalla sconfitta è Mara Carfagna, donna bellissima da cui il Cavaliere fu attratto, te credo. Anche lei si ignora rispettosamente perché abbia tradito il primo amore politico sprofondando nel più tetro anonimato». Perché, rileva sardonico Feltri, «nel momento in cui il centrodestra trionfa, per merito soprattutto di Giorgia Meloni, le sentinelle di Berlusconi hanno abbandonato il padrone del vapore»…

L’ingratitudine è donna o solo della politica?

E ancora, sebbene Feltri si soffermi anche sul caso di «una terza fanciulla fuggiasca da Villa San Martino»: Mariarosaria Rossi, «famosa perché dotata di due seni al fulmicotone», il direttore confida che «fra tutte le signore voltagabbana che ho citato, quella che mi ha sorpreso maggiormente, essendo bresciana, cioè di testa dura, è la Gelmini. Si è rammollita al punto da salutare Berlusconi come se fosse un pirla qualunque, mentre è l’uomo che l’ha lanciata e addirittura promossa ministro. Elevandola a una certa popolarità. Io fossi in lei mi vergognerei come un evasore fiscale. Oddio, da anni, ho capito che il sentimento più diffuso tra gli umani è l’ingratitudine… Quindi per i casi assurdi che ho citato non mi straccerò le vesti. E invito Silvio a fare altrettanto».

 

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