Dai safari in città ai barbecue ai giardinetti: da sinistra e ambientalisti è sagra di fake sui cinghiali

22 Dic 2022 10:04 - di Federica Parbuoni
cinghiali

I verdi promettono battaglia in parlamento, lamentano l’attacco alla biodiversità e paventano perfino una maggiore diffusione di epidemie come la peste suina; le associazioni ambientaliste gridano contro lo strapotere delle lobby, avvertono sulla violazione delle norme comunitarie e profetizzano sul «panico» che si genererà in città; i giornali di sinistra mettono insieme tutti questi allarmi e li condiscono con una consistente dose di derisione. Ciascuno, però, raccontando le cose a modo proprio ed evitando di entrare nel dettaglio della norma, che a leggerla non è affatto pazzoide come la vogliono far sembrare e, anzi, era necessaria ed è stata a lungo attesa. Insomma, anche l’emendamento sulla caccia ai cinghiali, inserito in manovra, finisce nel solito meccanismo delle fake news buono per sostenere la tesi di una maggioranza che non sa cosa fa o, se lo sa, certamente lo fa per scopi torbidi.

Come i giornali di sinistra hanno raccontato l’emendamento sui cinghiali

«La manovra del cinghiale», titola La Stampa in prima pagina, come se il punto della legge di Bilancio fosse tutto lì. All’interno si trova una paginata che, in un tono di generale sarcasmo, lancia allarmi sui «safari in città» e sulla «nostra sicurezza a rischio». C’è anche un secondo articolo in cui il direttore della Lipu, Danilo Selvaggi, tuona contro la lobby dei cacciatori e il regalo alla «potente industria dei cinghialai», prendendosela con FdI che ha presentato l’emendamento. Seguono avvertimenti sul fatto che l’Europa ci sanzionerà, «ci saranno fucili ovunque», in città sarà il panico. Il Domani il fatto che si sia chiaramente di fronte a una prebenda politica lo mette nel titolo, «FdI amici dei cacciatori», mentre Repubblica informa che «”E si potrà anche mangiarli”» e rinforza con un commento dal titolo «Safari e grigliate. L’ora dei nuovi passatempi metropolitani». Perché, sì, la norma prevede che gli animali abbattuti possa finire del circuito alimentare.

L’allarme dei Verdi su favori alle lobby, malattie e sterminio della mamma di Bambi

Sul fronte parlamentare, poi, il leader dei Verdi Angelo Bonelli, puntando l’indice contro la «lobby venatoria e delle armi», ha parlato di «caccia a tutte le specie animali nei parchi e nelle città ad ogni ora ed in ogni periodo», mentre la collega di partito, la deputata Luana Zanella ha avvertito che la «dispersione dei cinghiali che aumenta naturalmente con la pressione venatoria» aumenta la diffusione di malattie come la peste suina. Ora, a leggerle così, sembra che FdI abbia presentato un provvedimento che renderà le nostre città un far west, sterminerà tutte le mamme di Bambi che circolano nei nostri parchi urbani e farà spuntare barbecue improvvisati a ogni abbattimento di cinghiale (o predetta mamma di Bambi) che dovesse andare a buon segno, il tutto mentre i «cinghialai» e gli armaioli si fregano le mani per il colpaccio. Le cose, però, ovviamente non stanno così.

Cosa dice davvero l’emendamento sulla caccia ai cinghiali

A spiegarle come si deve ci pensa Il Messaggero, che forse, in quanto quotidiano romano, ha la memoria meno corta su cosa abbia comportato la libera prolificazione dei cinghiali in città e ricorda anche che una norma simile fu approvata in Commissione Agricoltura durante la scorsa legislatura, sotto la presidenza di un pentastellato. Dunque, entrando nel merito, è vero che l’emendamento apre alla possibilità di catturare e abbattere le specie selvatiche in città, anche nei periodi che solitamente non rientrano nella stagione venatoria, ed è vero anche che gli animali abbattuti potranno essere destinati alla vendita e al consumo alimentare. Ma tutto questo sarà nelle competenze delle Regioni e dei corpi forestale e agroalimentare dei Carabinieri. Stringenti controlli igienico-sanitari, poi, sono previsti prima che i cinghiali possano finire in tavola.

Foti: «Basterebbe leggere l’emendamento per capire cosa dice»

Insomma, «molto rumore per nulla», ha detto al Messaggero il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ricordando che «basterebbe leggere l’emendamento per capire quello che dice». «Parliamo di una norma che dà alle Regioni la possibilità, e sottolineo la possibilità, di attuare piani di contenimento della fauna selvatica, attraverso l’abbattimento degli animali o la loro cattura», ha proseguito il deputato, ricordando che la forestale potrà coinvolgere nei controlli anche la polizia locale e, solo se necessario, guardie venatorie e cacciatori riconosciuti, muniti di apposito tesserino.

Coldiretti: «Una norma necessaria. Nell’ultimo anno sulle strade 13 morti e 261 feriti»

È stato poi il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ad avvertite ieri, mentre i Verdi si stracciavano le vesti, che «con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali nelle città e nelle campagne è necessario intervenire urgentemente per il loro contenimento per difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole». Coldiretti, quindi, riportando i dati di Asaps, il portale per la sicurezza stradale, ha ricordato che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici e che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali, secondo una stima Coldiretti su dati Aci Istat.

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