Manovra: da sinistra ridicolo “al lupo al lupo” su norme fantasma, dallo Spid a 18app

22 Dic 2022 9:40 - di Chiara Volpi
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Manovra, la sinistra in disarmo si ritrova a sparare a zero su provvedimenti fantasma. Proprio così: pur di assolvere al ruolo che stare all’opposizione prescrive e agli obblighi della contestazione a prescindere, il frammento di arco parlamentare rimasto fuori dal governo si ritrova a criticare provvedimenti e proposte che che guarda caso non sono inseriti nel testo della legge di bilancio: dall’abolizione dello Spid allo scudo penale… E mentre il Milleproroghe prolunga di un anno le ricette mediche via mail. Ebbene, su questa paradossale situazione, Libero in edicola oggi stila anche un gustoso compendio degli svarioni.

Manovra, le bufale della sinistra su provvedimenti fantasma: le 5 “questioni”

E allora, sulle bufale ai provvedimenti inesistenti Cominciando col dire, intanto: «Perché le loro “battaglie” non hanno riguardato testi compresi nella legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri (a parte la norma sul Pos, che in verità è stata tolta più per la discussione tra la Meloni e le autorità di Bruxelles che per i capricci di minoranze sempre più divise tra loro)». Precisando che ci sono almeno «cinque questioni» sulle quali Pd, M5s e anche Terzo polo hanno solo sollevato un polverone sul nulla. Sull’«inesistente». E sono: scudo penale per il fisco, tetto al contante, fondi per la cultura ai giovani, Spid, proroga della ricetta elettronica.

La sinistra a caccia di fantasmi minaccia ostruzionismo sul nulla

Tutte recriminazioni, quelle della sinistra a caccia di fantasmi, che tra allarmi e grida di protesta hanno urlato allo scandalo per misure che nella manovra non si trovano. Scatenando una tempesta in un bicchier d’acqua, a partire per esempio dalla proposta sullo scudo penale che ha avanzato il sottosegretario Sisto (Fi), e che il governo non ha inserito, spiega Libero, «non perché sia ingiusto il principio, ma perché semmai se ne parlerà in un provvedimento ad hoc e discusso fra tutti i partner della coalizione». Passando per le sarcastiche dissertazioni sul favore reso agli evasori con l’innalzamento del tetto al contante a cinquemila euro.

Ressa dell’opposizione: dal tetto al contante a 18app, passando per lo Spid…

Laddove il termine “favore” è una licenza linguistica che la sinistra si è liberamente concessa. E proprio negli stessi giorni in cui, non solo il Consiglio europeo fissava a diecimila euro il tetto massimo a cui far adeguare gli Stati membri. Ma addirittura, scoppiava in tutto il suo fulgore lo scandalo degli europarlamentari di sinistra beccati e dare a quel contante (frutto di mazzette dal Qatar secondo l’indagine belga) un tetto. Che dire, infine, della ressa su 18app, la paghetta per libri e teatri ai giovani, tanto in voga con Renzi e colleghi. Tutti pronti a urlare contro la sua sostituzione con la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito?

“Al lupo, al lupo” e tanto rumore per nulla

La prima – ha chiarito nel merito una volta per tutte Giorgia Meloni, e riferisce il quotidiano citato – è un bonus per i 18enni le cui famiglie hanno un Isee non superiore a 35mila euro. L’altra prevede 500 euro per chi consegue il diploma con 100 centesimi. Quale sia il maltolto ai ragazzi denunciato a sinistra è ancora tutto da capire… E poi c’è la millantata abolizione dello Spid, altra bufala che depone decisamente a sfavore di una certa classe politica asserragliata sui banchi dell’opposizione. Un plotone d’esecuzione che urla allo scandalo. Su un allarme di cui, nella manovra proposta, non figura una sola riga che giustifichi anche alla lontana la sinistra che grida vanamente “al lupo al lupo”.

Manovra, le bufale divulgate sul fronte sanitario

Ancora più gravi, infine, le bufale divulgate sul fronte sanitario. A partire dalla cancellazione della norma sulla ricetta elettronica in scadenza a fine anno, su cui i medici hanno richiesto una proroga al ministro della Salute Schillaci. Il quale, risolvendo un problema che non ha creato il governo, ma che semmai l’esecutivo in carica ha risolto, ha trovato risposte e soluzioni nel decreto Milleproroghe. Perché questo ha fatto il governo Meloni dal primo istante del suo insediamento: proporre soluzioni e fornire risposte alle criticità del Paese. Senza romanzare sulle modalità e inventare fanta-problemi su tematiche e target sensibili: fisco e salute, giovani, anziani e medici. E solo per gettare falso discredito sull’avversario al governo

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