Afghanistan, i talebani vietano alle Ong di impiegare donne. Kelany (FdI): “Follia islamista”

26 Dic 2022 11:53 - di Laura Ferrari
Afghanistan, donne

«Dopo il divieto di frequentare le università, prosegue la follia islamista in Afghanistan: è stato fatto divieto alle donne che lavorano per le ong di operare sul territorio afghano. Questo divieto di fatto mette in enorme difficoltà il lavoro umanitario che le organizzazioni non governative svolgono nei confronti della popolazione, soprattutto nei confronti di donne e bambini. Unicef riferisce che rischia la paralisi dell’erogazione dei servizi essenziali nei settori della salute, della nutrizione, dell’istruzione e della protezione dell’infanzia per 19 milioni di persone, di cui 10 milioni bambini. Occorre mettere un freno a queste sistematiche e sempre più arroganti violazioni dei diritti umani del regime talebano. Non volteremo le spalle al popolo afghano ed alle donne ed ai bambini schiacciate dalla disumana furia integralista». Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Sara Kelany.

Quattro Ong hanno sospeso le operazioni in Afghanistan: “Impossibile operare senza donne”

Dopo Save the Children, Norwegian Refugee Council e CARE, anche una quarta ong, International Rescue Committee (IRC), ha annunciato la sospensione delle operazioni in Afghanistan seguito della decisione dei talebani al potere di vietare alle donne di lavorare nelle organizzazioni non governative. Le ong riferiscono che senza il lavoro del loro staff femminile non possono raggiungere efficacemente i bambini, le donne e gli uomini in condizioni di disperato bisogno di aiuto nel Paese. Il divieto per le donne di lavorare nelle ong è stato introdotto ieri, in una lettera del ministro dell’Economia Qari Din Mohammed Hanif, adducendo come motivazione che le donne non indossavano correttamente il velo; il ministro precisava che l’ordine prevede la revoca della licenza per tutte le organizzazioni che non lo rispettano.

La preoccupazione della Farnesina: “Il ruolo delle donne è insostituibile”

La Farnesina esprime in un tweet la “forte preoccupazione dell’Italia per la decisione delle autorita’ (talebane, ndr) di impedire di fatto alle donne operatrici umanitarie di lavorare in Afghanistan”. Si tratta di una “decisione inaccettabile e contraria ai principi del diritto umanitario”, aggiunge il ministero degli Esteri sottolineando che “il ruolo delle donne nelle attivita’ di assistenza e’ insostituibile”

La motivazione dei talebani: “Le donne delle Ong non rispettano l’Islam”

Nelle ultime ore, i talebani hanno vietato alle donne afghane di lavorare per le ong, che siano nazionali o internazionali. La decisione è arrivata dopo che diverse “gravi denunce” sono state presentate dalle autorità talebane per un codice di abbigliamento considerato inappropriato. Le autorità talebane hanno ordinato alle organizzazioni non governative di interrompere il lavoro con le donne per non aver rispettato un codice di abbigliamento appropriato, un annuncio che è arrivato quattro giorni dopo che alle ragazze è stato vietato di studiare all’università per gli stessi motivi. “Ci sono state gravi lamentele per il mancato rispetto dell’hijab islamico e di altre norme e regolamenti relativi al lavoro delle donne nelle organizzazioni nazionali e internazionali”, ha affermato il ministero, che è responsabile dell’approvazione delle licenze per le Ong che operano in Afghanistan,

“In caso di inosservanza della direttiva, la licenza dell’organizzazione che era stata rilasciata da questo ministero sarà annullata “, precisa la lettera indirizzata alle Ong nazionali e internazionali. L’annuncio arriva appena quattro giorni dopo che il governo talebano ha deciso di vietare alle donne afgane di frequentare le università pubbliche e private del Paese per un periodo indefinito. Una decisione che il ministro dell’Istruzione Neda Mohammad Nadeem aveva spiegato così: “Gli studenti che sono andati all’università non hanno rispettato le istruzioni sull’hijab”.

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