Violenza sulle donne, al via la campagna “Questo non è Amore”: i consigli della Polizia
Si è tenuta oggi a Pietra Ligure (Sv), a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, presente il Prefetto Francesco Messina della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, la presentazione dell’edizione 2022 dell’opuscolo “…Questo non è Amore”, la consolidata campagna permanente della Polizia di Stato per contrastare il fenomeno e prevenire i femminicidi. L’edizione 2022 ha il privilegio di aprirsi con le frasi di Sua Santità Papa Francesco che esorta a non «ignorare il grido delle donne vittime di violenza…perché ferire una donna è oltraggiare Dio».
Violenza sulle donne, la campagna della Polizia
Anche quest’anno la brochure diffonde consigli utili e una serie di dati che – al di là della valenza statistica – permettono di focalizzare i “fattori di rischio” e “vulnerabilità”, consentendo alle donne di comprendere in che modo difendersi, superando la paura di essere giudicate, la vergogna di raccontare episodi della propria vita privata e – soprattutto – il timore di rimanere sole.
#aiutiamo le donne a difendersi
#aiutiamo le donne a difendersi, è l’hashtag più volte espresso dal Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, perché l’obiettivo è mettere in sicurezza le vittime agendo nel contempo sul maltrattante con strumenti che hanno dato prova di concreta efficacia. Molto è stato fatto, in questi anni, per arginare il fenomeno della violenza contro le donne, e ciò grazie agli strumenti normativi di cui la Polizia di Stato è in possesso e grazie all’elevata specializzazione, più che trentennale, maturata in questa materia.
Le procedure di pronto intervento
Sono state perfezionate le procedure sia del “pronto intervento” che quelle investigative ma, soprattutto, si è agito sul piano della “prevenzione”, ove si gioca la partita contro il femminicidio, in primis con lo strumento dell’Ammonimento del Questore, che i dati testimoniano essere estremamente efficace perché evita che i comportamenti violenti si ripetano, bloccando il c.d. “ciclo della violenza”, ed evitando che esso possa sfociare, in casi estremi, nella fisica soppressione della donna.
Violenza sulle donne, aumentati gli ammonimenti
Nell’anno in corso gli ammonimenti irrogati sono aumentati sensibilmente: quelli per violenza domestica addirittura del 50%; il soggetto ammonito, nel 70% circa dei casi, era un partner o un ex-partner.
Dal 2020 ad oggi sono stati oltre 7.500 i soggetti a cui è stato notificato l’ammonimento per violenza domestica o atti persecutori: solo uno di questi si è reso autore di quello che può essere definito “femminicidio”, un termine spesso abusato, che finisce per ricomprendere tutti gli omicidi di donne, – anche quelle uccise per pietas o interesse economico – ma che invece è doveroso circoscrivere a quei casi dove le vittime sono “donne uccise in quanto donne”, secondo la definizione della Convenzione di Istanbul.
Il numero dei femminicidi è in diminuzione
Dai dati raccolti dalle Divisioni Anticrimine delle Questure, che ricostruiscono ogni singolo evento analizzando il movente dell’omicidio, emerge che le vittime di “femminicidio” sono il 34% di tutte le donne uccise, (gennaio-novembre 2021/gennaio-novembre 2022); nello stesso periodo, il numero di femminicidi si rivela in forte diminuzione (-26,1%), più di un quarto in meno rispetto all’anno scorso; è fortemente significativo, inoltre, che nello stesso periodo gli ammonimenti sono aumentati della metà.
Il protocollo Zeus
Un brillante risultato, conseguito grazie ai protocolli innovativi perseguiti negli ultimi tre anni dalla Polizia di Stato e grazie alla massima attenzione riservata – quotidianamente – alla prevenzione dei femminicidi perché, secondo il Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine, l’obiettivo finale non è solo il “contenimento del fenomeno ma la sua eradicazione”.
Grazie al Protocollo Zeus, ormai operativo in 54 Questure, l’azione di prevenzione della Polizia di Stato prosegue anche dopo la notifica dell’ammonimento, poiché al destinatario del provvedimento è offerta la possibilità di intraprendere un percorso virtuoso di “recupero”, precipuamente finalizzato a far maturare nell’interessato la consapevolezza del disvalore del proprio comportamento, usufruendo delle capacità specifiche di professionisti impiegati nei Centri dedicati agli autori di comportamenti violenti o persecutori.