Telefonata tra Mattarella e Macron: «Serve piena collaborazione tra di noi e in Europa»

14 Nov 2022 10:43 - di Luciana Delli Colli
mattarellla macron

Mentre i ministri degli Esteri europei arrivano a Bruxelles per il Consiglio nel quale, su richiesta italiana, si dovrebbe parlare anche della questione migranti, con sfondo della crisi che si è aperta tra Francia e Italia, giunge la notizia di un colloquio telefonico intercorso tra Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron, diffusa da una nota congiunta tra Quirinale ed Eliseo. «Entrambi – si legge nel comunicato – hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso la necessità che si pongano in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione europea».

La telefonata tra Mattarella e Macron: «Serve piena collaborazione»

Dunque, una nota che non entra nel merito delle questioni, ma che evidentemente non può che fare riferimento principalmente al tema dei migranti. «Fa piacere che il presidente della Repubblica stia facendo di tutto per far superare questo momento di incomprensione con la Francia», ha commentato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ribadendo che «l’Italia non ha alcun interesse a bisticciare con le Nazioni che per ragioni energetiche, economiche o migratorie dovrebbero stare dalla stessa parte». «Credo comunque – ha aggiunto Rampelli, ospite di Omnibus su La7 – che questo incidente diplomatico sia stato generato soprattutto da ragioni politiche interne alla Francia». «È inverosimile – ha sottolineato – che un ringraziamento a Macron per aver voluto accogliere una nave Ong per la prima volta in un porto francese possa scatenare tanta aggressività».

Rampelli: «Sui migranti serve un’altra strategia: le modalità attuali non hanno funzionato»

«Ci auguriamo che le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo – ha spiegato Rampelli – si uniscano per affrontare insieme il dramma dell’immigrazione, difendere i confini meridionali del continente, distinguere i nuclei familiari che fuggono da guerre e persecuzioni dagli immigrati economici, sconfiggere trafficanti di esseri umani e scafisti, evitare che l’immigrazione irregolare soppianti quella regolare di cui tutti hanno bisogno. Vedremo cosa accadrà nel G20 a Bali». Il vicepresidente della Camera ha quindi sottolineato che «tutti oramai ci siamo resi conto che le modalità fin qui attuate sono del insufficienti e che serve un’altra strategia che prevede investimenti europei in Africa per garantire sviluppo e benessere e hot spot gestiti da organismi internazionali in nord Africa».

Altro che “internazionale del sovranismo”: i danni nell’Ue vengono dall’«internazionale dell’egoismo»

Rampelli, quindi, ha ricordato che «i migranti che arrivano in Germania sono per lo più ucraini oggi e siriani ieri, cioè rifugiati de facto. Da noi arrivano invece soprattutto immigrati economici così come certificano le commissioni prefettizie che ne esaminano lo status. E comunque – ha concluso – al di là dell’internazionale del sovranismo, troppe volte citata a vanvera, c’è l’internazionale dell’egoismo, rappresentata dai Paesi dell’Europa settentrionale, che fa molti più danni all’Ue, come dimostrano l’impossibilità di apporre un tetto al prezzo del gas per difenderci dall’aggressione speculativa, le resistenze sulla riforma del patto di stabilità, ieri il veto sul Recovery fund».

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