Fazzolari: «Dalla crisi con la Francia è emerso il cortocircuito sui migranti. Ora si cambia impostazione»

14 Nov 2022 9:28 - di Federica Parbuoni
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Non un «cigno nero, ossia un evento inaspettato», ma un governo a «tutela dell’interesse nazionale» a lungo atteso dagli italiani e candidato a diventare «il primo volo di una nidiata di governi altrettanto rappresentativi anche nel resto d’Europa». È il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, a chiarire che il percorso intrapreso dal governo Meloni non solo non rischia di isolare l’Italia in Europa, ma ha tutte le carte in regola per diventare un modello. Il modello di un governo che «antepone l’interesse della collettività a quello delle consorterie». Un discorso che vale nel campo economico, come per la crisi dei migranti, che proprio nello scontro con la Francia ha fatto esplodere un «cortocircuito», rispetto al quale la soluzione non può che essere un «cambio di impostazione» a livello europeo.

Fazzolari spiega il «cortocircuito» emerso con la reazione di Parigi sui migranti

Fazzolari, intervistato da Libero, ha ribadito lo stupore per la reazione francese sul caso della Ocean Viking, sottolineando che non ha riguardato solo il governo. «A dire il vero tutti in Italia sono rimasti stupiti. Neanche a sinistra si sono schierati nel difendere la reazione di Macron. Perché oggettivamente è difficile da spiegare. I francesi hanno risposto in modo brutale, come se fosse arrivata nelle loro coste una nave piena di scorie radioattive. È un cortocircuito nella loro stessa narrazione: come fanno a dire che l’immigrazione che arriva nelle coste italiane non è un problema, che è solamente un racconto distorto della destra italiana, e poi reagire in questo modo perché sbarca la “prima” Ong della storia con 230 migranti?».

Il governo Meloni «enormemente rafforzato anche in Europa»

Un cortocircuito evidente anche in Europa, dove «l’alzata di scudi augurata dall’Eliseo» nei confronti dell’Italia non ha avuto seguito e, anzi, «al contrario ciò che è successo – come dimostra la nota delle Nazioni del Sud Europa contro il piano di solidarietà comunitario – ha enormemente rafforzato il governo Meloni anche in Europa. Perché chiunque si sia preso la briga di attenzionare meglio il dossier si è reso conto che la situazione è indifendibile. Non esiste nessuno in Europa che abbia detto: gli italiani dovrebbero tacere e accogliere tutti i migranti. Al contrario. Persino il Santo Padre su questo punto è stato chiarissimo».

Fazzolari: «Vogliamo far rientrare la crisi con la Francia. Serve un rapporto di parità»

Il governo, ha confermato il sottosegretario, ha «tutta l’intenzione di far rientrare questa crisi con la Francia. Proprio perché noi con loro abbiamo grandi interessi comuni: dall’energia alla revisione del Patto di stabilità». A monte «per rafforzare l’intesa fra i nostri popoli», ha chiarito Fazzolari, c’è la necessità di «ripristinare un rapporto di parità, non di subalternità». Così la soluzione della crisi sui migranti «passa non dallo scontro ma dal buon senso, dalla legalità e dal rispetto reciproco. Come? Cambiando impostazione. A partire dal riconoscere che il problema immigrazione riguarda tutti; che la soluzione non può che essere il controllo della partenza delle imbarcazioni; e quindi l’Europa deve intervenire in modo strutturale in tutta l’Africa. Servono politiche serie di aiuto ai Paesi africani e accordi con i Paesi del Nordafrica, così come è stato fatto con la Turchia per governare i flussi migratori. Questa è l’unica road map possibile».

L’Italia indica la «road map» europea e prepara la stretta sulle Ong

Nel frattempo l’Italia muoverà i suoi passi per affrontare la questione delle Ong, sulla quale «arriveranno necessariamente dei decreti», perché, ha avvertito Fazzolari, «non possono continuare ad agire nella totale illegalità». «Se annunci chiaramente che stai avviando una missione per andare nel Mediterraneo a trasportare centinaia di persone allora devi essere attrezzato per questo. Ma ciò non accade e quindi le persone che vengono trasportate sulle Ong sono esposte a rischi e difficoltà. Ecco, questo è un profilo di illegalità che fino ad ora non è stato perseguito», è stato l’esempio con cui il sottosegretario ha chiarito di cosa si parla.

Il “metodo Meloni” convince l’Ue anche sul fronte economico

Dunque, legalità e rispetto delle regole, liberandosi finalmente dell’autolesionista pulsione alla subalternità e guardando solo all’interesse del Paese. «Giorgia Meloni è una persona che ha come obiettivo della propria “esistenza politica” lavorare per risollevare l’Italia. E in nome di ciò non è disposta a cedere a compromessi al ribasso o a scorciatoie. A costo di scontentare più d’uno. Del resto lo ha detto lei stessa: non è ricattabile», ha detto Fazzolari per spiegare quello che Antonio Rapisarda, che firma l’intervista, ha definito il “metodo Meloni”. Un metodo che paga anche sul fronte economico, che era stato oggetto di grandi allarmi da parte della sinistra col solito refrain del rischio di isolamento o bocciature in Europa. E, invece, dopo i primi provvedimenti, tra decreto Aiuti e finanziaria, la risposta è arrivata proprio da quello spread spesso usato come spauracchio. «Da quando è in carica il nostro governo, è continuamente sceso andando sotto i 200 punti base. C’è grande ottimismo al momento sui mercati. Non c’è nessuna apprensione a livello europeo, perché c’è la consapevolezza che è arrivato un governo che ha intenzione di fare seriamente le cose. E non più uno di quelli disposti a mettere in difficoltà i conti pubblici pur di raccattare qualche voto».

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