Saman, l’orrore in un dialogo tra i carnefici: “Io tenevo le gambe e Danish e l’altro cugino la soffocavano”

24 Nov 2022 10:10 - di Greta Paolucci
Saman

Saman, al via oggi la riesumazione dei resti umani trovati nel casolare abbandonato a breve distanza da casa degli Abbas. Ed è stretta sui tempi per dissotterrare il corpo sepolto nel rudere di Novellara, che dovrebbe essere proprio della 18enne pakistana scomparsa la notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021. Dunque si procede  con le operazioni dell’estrazione del corpo: lo ha deciso la Corte d’Assise, con la giudice Cristina Beretti che ha sollecitato tempi rapidi. Entro 60 giorni si dovranno avere i risultati. Intanto, le ultime intercettazioni su un dialogo captato in cella tra lo zio della vittima e il cugino Ijaz aumentano ancora di più, se possibile, la portata dell’orrore di una vicenda incommensurabilmente straziante.

Saman, al via oggi la riesumazione dei resti trovati nel casolare

Dunque, operazione al via: i lavori per l’estrazione e l’analisi del corpo seppellito in quell’antro lugubre nel mezzo della pianura padana sono cominciati. La richiesta indirizzata ai periti è quella di recuperare e esaminare i resti e gli altri reperti emersi dallo scavo in Strada Reatino dentro l’edificio diroccato – inclusa la terra rimossa –. Una struttura fatiscente e abbandonata a breve distanza dalla casa dove vivevano gli Abbas, che custodisce i resti umani trovati nei giorni scorsi in un sopralluogo degli inquirenti. Dove gli investigatori al lavoro sul caso sono arrivati su indicazioni di Danish Hasnain, che gli inquirenti accusano di essere l’esecutore materiale del delitto. Quindi si passerà ad accertare le dinamiche e l’epoca dell’occultamento. Le cause e i tempi della morte, anche con esami tossicologici.

Il racconto dell’omicidio di Saman in un’agghiacciante intercettazione in cella

E infine, ma sembra che siano sempre meno i dubbi a riguardo, si accerterà se si tratti effettivamente di Saman, la 18enne scomparsa dal 30 aprile 2021. I periti hanno due mesi di tempo per consegnare le conclusioni. Nel frattempo, come anticipato, l’orrore di questa vicenda aumenta la sua portata a ogni nuova acquisizione e rivelazione: a partire dalle ultime intercettazioni. Come quella su un dialogo agghiacciante, avvenuto in carcere tra lo zio della vittima e il cugino Ijaz, in cui quest’ultimo afferma: «Io le tenevo ferme le gambe, mentre Danish e l’altro cugino la soffocavano». Sarebbe stata uccisa così Saman Abbas, per stessa ammissione dei suoi carnefici che ne parlano tra di loro in cella, mentre tacciono con gli inquirenti…

Caccia alla madre Nazia, scomparsa dai radar: un giallo la sua posizione

«Parlerò, giuro su Allah, parlerò: da nove mesi sono disonorato – dice il cugino senza sapere di essere “ascoltato” –. Non ho detto tutto». Poi, durante l’intercettazione riportata dal Corriere della Sera, il cugino di Saman ammette pure: «Se non potrò sentire mia madre mi toglierò la vita». Un racconto dell’orrore, quello dell’uccisione della 18enne, giustiziata per aver rifiutato un matrimonio combinato dalla famiglia, confermato anche dal fratellino della ragazza: «Urlava, le hanno tappato la bocca», ha confessato durante l’incidente probatorio. Intanto, la madre Nazia Shaheen – braccata dalla polizia federale pakistana, in stretto coordinamento con l’Interpol e i carabinieri – sembra nuovamente sparita dal radar. La sua posizione resta un giallo: anche la donna, infatti, è accusata dell’omicidio della figlia. Eppure, dopo la cattura del marito Shabbar Abbas, di lei non si dice e non si sa più nulla…

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