Migranti, trafficanti in Libia pronti a salpare con carichi pesanti: la strategia di Piantedosi

21 Nov 2022 11:07 - di Martino Della Costa
Migranti

Migranti, ancora una volta parlano i numeri. Gli ultimi 200 egiziani sono sbarcati in Sicilia la notte scorsa, dove, dopo l’ennesimo miracoloso salvataggio di un peschereccio che i trafficanti della Cirenaiaca hanno fatto fatto partire con rotta sull’Italia, la macchina dell’accoglienza ha provveduto a smistarli in 3 porti: Catania, Messina, Augusta. Annessi e connessi, naturalmente, le criticità di una redistribuzione per i centri sovraccarichi del Belpaese, dove sindaci e prefetti faticano a trovare posti disponibili.

Migranti, numeri e prospettive degli sbarchi

I numeri, si diceva, parlano. E parlano molto chiaramente. Ne prende nota, tra gli altri, il sito del Tgcom 24, che nelle ultime ore registra dati che riferiscono di «oltre 15.000 migranti sbarcati in Italia nelle ultime tre settimane. E due barconi su tre provenivano dalla Libia». Perché ormai è inconfutabile che è da lì che proviene il flusso massivo di migranti. Poi recuperati e scortati dalle navi delle Ong. Tra loro, più della metà sono i cosiddetti migranti economici: persone provenienti da Paesi le cui condizioni non prefigurano i requisiti per ottenere lo status di rifugiato. E dunque sono da espellere e da rimpatriare.

Il punto su sbarchi e rimpatri che Piantedosi esporrà al tavolo della trattativa con la Commissione Ue

E su questo punto della disamina, è la Repubblica a fare i conti: riscontri e raffronti compresi. E allora, scrive il quotidiano diretto da Molinari, «il confronto tra due numeri, almeno 49.500 i migranti economici sbarcati quest’anno, e 2.853, quelli effettivamente rimpatriati, fotografano la situazione». Una fotografia che venerdì il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi esporrà al tavolo della trattativa con la Commissione Ue per cercare di convincere l’Europa che l’Italia non solo provvede, praticamente in solitaria, del gravoso carico degli sbarchi e della prima accoglienza.

Il ministro dell’Interno chiederà che vengano resi effettivi gli impegni di redistribuzione siglati a giugno

Ma sul Belpaese ricade anche il peso della gestione e dei rimpatri. Una missione, quest’ultima, sempre più impossibile vista la mancanza di accordi con i Paesi di origine. E data la resistenza di chi è chiamato a riammettere i migranti espulsi. Per questo – spiega Repubblica nell’analisi – «oltre a proporre l’esportazione del modello italiano di corridoi umanitari e l’adozione di un meccanismo condiviso in Europa di quote di flussi legali da offrire ai Paesi di origine che si mostrano collaborativi, Piantedosi chiederà che vengano resi effettivi gli impegni di redistribuzione siglati a giugno (anche per i migranti economici). E che l’Italia venga assistita, finanziariamente ma anche fattivamente, nei rimpatri».

Migranti, 49.500 degli oltre 93.000 approdati, sono sulla carta migranti economici

E alla fine dei conti, tirando le somme, basta guardare le nazionalità delle persone sbarcate sulle nostre coste nel 2022 per ottenere un risultato chiaro, inequivocabile e evidente a tutti: 49.500 degli oltre 93.000 approdati, sono sulla carta migranti economici. Egiziani (19.113) per lo più. Tunisini (17.295). Bangladesi (13.049). E il punto di snodo e di imbarco per la rotta Mediterranea è la Libia. Dove il vento politico non lascia presagire per l’immediato futuro nulla di buono. E dove nei giorni scorsi l’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha parlato di almeno 688mila migranti presenti nel Paese nordafricano.

Intanto in Libia si registra la presenza di almeno 688mila migranti pronti a partire. Se anche “solo” il 10% salpasse…

Una cifra che parla, ancora, specie a fronte dei 621mila registrati a inizio anno. «In tanti sono entrati dal Niger negli ultimi mesi. Altri invece dall’Egitto», scrive a riguardo  a sua volta Il Giornale. Che poi specifica che, di questi, forse “solo” il 10% sta aspettando il proprio turno per salpare. E se anche fosse il 10% dei quasi 700.000 migranti segnalati in Libia, la quota di migranti realmente pronti a partire, nei prossimi mesi la situazione lungo le nostre coste e all’imbocco dei nostri porti, può sensibilmente peggiorare. Il governo ha preso in mano le redini della situazione. Il prossimo passo è disarcionare i trafficanti e attivare un attivo e risolutivo percorso di collaborazione con la Ue e coi Paesi d’origine dei migranti. Il ministro Piantedosi e l’esecutivo tutto sono al lavoro.

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