Ocean Viking, Parigi: “Brutto gesto dell’Italia ma l’importante è che la cooperazione non si fermi”

18 Nov 2022 15:30 - di Sara De Vico

La cooperazione tra Roma e Parigi sui migranti deve andare avanti. L’Eliseo continua a evocare “un brutto gesto” da parte del governo italiano sul caso della Ocean Viking. È il commento del governo francese, citato da Bfmtv, ammorbidito però da un passaggio ulteriore. “L’importante è continuare la cooperazione e non fermarsi qui”.  Una posizione ben diversa da quella espressa dal portavoce dell’Eliseo, Olivier Veran, che aveva annunciato lo stop alla ricollocazione di 3mila migranti provenienti dall’Italia.

L’Eliseo: la cooperazione con l’Italia deve continuare

Le persone sbarcate a Tolone saranno detratte dal numero degli immigrati da accogliere, previsti dal meccanismo di solidarietà con l’Italia. La notizia proviene dell’entourage del presidente Macron. Inoltre più della metà dei migranti a bordo della nave della Ong (123 su 234) sono oggetto di un “rifiuto d’ingresso” in Francia, fa sapere il ministero dell’Interno di Parigi. “Credo che abbiamo mediato bene. Perché qui Italia e Francia hanno avuto un buon contatto fra di loro”.  Parola della  la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser, in conferenza stampa a Eltville, alla fine del G7.

Piantedosi: massima fermezza per respingere i traffici illegali

Da Napoli, a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza,  il ministro Piantedosi rivendica il merito italiano di aver ripristinato la giusta attenzione degli organismi d’Europa sul tema. “Il piano ruota sulla convinzione che serve ogni azione di fermezza per respingere i traffici illegali nel Mediterraneo. Una via su cui siamo d’accordo tutti. Anche alla luce della indagine della magistratura a Caltanissetta sul traffico di uomini in arrivo dal Nordafrica”.

“Non abbiamo lezioni da imparare da altri”

La fermezza – prosegue il ministro dell’Interno – deve essere compensata con canali di flussi di ingresso legali. E  da un corridoio umanitario che noi siamo gli unici che già facciamo in Europa”. Insomma l’Italia non ha lezioni da imparare da altri. “Ha già delle esperienze che vanno messe a sistema e rese funzionali, che siano da contraltare alle azioni di fermezza”.

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