La Procura di Latina apre un fascicolo sulla suocera di Soumahoro: è indagata per malversazione
L’ipotesi di reato è malversazione. Marie Therese Mukamitsindo, la suocera di Aboubakar Soumahoro, il deputato di Verdi-Sinistra in queste ore al centro di polemiche legate ad alcune coop pro migranti, è indagata dalla procura di Latina. La donna è coinvolta nell’inchiesta su due cooperative. Karibu e Consorzio Aid. Che si occupano di migranti nella provincia pontina, gestite dalla suocera e dalla sorella del deputato ex sindacalista di origini ivoriane, simbolo della lotta dei braccianti. L’inchiesta, diffusa da Repubblica, è partita dopo le denunce da parte di alcuni lavoratori per presunti mancati pagamenti e contratti non regolari.
Indagata dalla procura di Latina la suocera di Soumahoro
Le prime segnalazioni di una trentina di lavoratori delle coop erano state raccolte a giugno dalla Uiltucs di Latina. Che oggi si chiede, per voce del segretario Gianfranco Cartisano, “dov’erano gli enti, e la politica in generale?”. Già da allora però la Guardia di Finanza aveva acceso i riflettori. Oltre all’inchiesta giudiziaria è emerso che da mesi sono in corso da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Cresce intanto l’imbarazzo ai vertici di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha candidato e fatto eleggere Soumahoro. Il chiarimento chiesto da Bonelli e Fratoianni previsto per oggi non c’è stato. E i due leader si affrettano a gettare acqua sul fuoco. Nessuna sospensione né espulsione per il parlamentare. “Siamo un’alleanza che fa del garantismo un principio importante”, dice Bonelli. “Certo è – aggiunge – che c’è una questione politica su cui è necessario e urgente il confronto con Aboubakar. Che deve delle spiegazioni non solo a noi ma anche a chi ci ha votato. E stiamo sollecitando affinché questo incontro si svolga il più rapidamente possibile. Comprendiamo il suo stato d’animo ma il chiarimento è necessario”.
Salta l’incontro con Fratoianni e Bonelli
Il leader dei Verdi smentisce un suo pentimento sulla candidatura di Soumahoro, riportato da alcuni media dopo il retroscena del Corriere della Sera. Fratoianni conferma la richiesta di un confronto. “Penso che si debba sempre tenere distinta, in molto netto, la vicenda giudiziaria, che peraltro pare che neanche lo coinvolga direttamente, e la dimensione della politica. Che riguarda le questioni del diritto del lavoro”. Il terreno è scivoloso. Sebbene il deputato originario della Costa d’Avorio risulti finora estraneo all’inchiesta, l’impatto della notizia è forte visto il suo impegno contro il caporalato. Alcuni ex ospiti delle strutture gestite dalle coop hanno descritto alla stampa “condizioni di vita inaccettabili”. Accuse troppo pesanti per essere ignorate. Le coop si sono finora difese spiegando sarebbero in attesa dei trasferimenti da parte degli enti locali, ed è per questo che le buste paga non sarebbero state emesse. Per quattro lavoratori di Aid intanto è stato già formalmente attivato dalla Prefettura di Latina l’intervento sostitutivo per il pagamento delle retribuzioni. Mentre solo ieri si è trovato in Ispettorato un accordo per una lavoratrice che rivendicava 8mila euro dalla Karibu di Mukamitsindo. Continuano intanto le testimonianze, come quella sul Corriere della Sera, di un ingegnere marocchino che avrebbe lavorato “senza contratto” per la suocera di Soumahoro. E che sarebbe stato pagato “due volte in due anni”.