Quinta dose, virologi spaccati: «Meglio tardi che mai». «Non possiamo vaccinarci ogni 3 mesi»
Quinta dose del vaccino anti-Covid? «Meglio tardi che mai, da quando è partita la campagna per la quarta dose avevo detto che era importante in alcune situazioni consentire di fare la quinta soprattutto per chi aveva fatto il richiamo diversi mesi fa. Faccio riferimento esclusivamente ai grandi anziani, agli over 80, e alle persone con gravi immunodeficienze, dai tumori alle leucemie. Queste persone possono beneficiare della quinta dose. Ora il messaggio deve essere di non distogliere l’attenzione in chi deve fare il richiamo soprattutto se fatto sei mesi fa». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive del San Martino di Genova, commentando la circolare ministeriale in cui si raccomanda a over 80, ospiti delle Rsa e over 60 fragili per patologie di base di farsi somministrare una quinta dose di vaccino anti Covid-19 bivalente aggiornato alle varianti Omicron. Quinta dose che potranno ricevere, su richiesta, anche tutti gli altri over 60.
Quinta dose, favorevole l’immunologo Mauro Minelli
Favorevole anche l’immunologo Mauro Minelli. «All’alba del terzo anno dell’era Covid, – dice all’Adnkronos Salute, Minelli – io credo che nessuno davvero in buona fede e libero da preconcetti, possa negare che il vaccino anti-Covid sia stato determinante e decisivo per l’epilogo dell’emergenza sanitaria in senso stretto. Ciò, sul versante rigorosamente clinico e della prevenzione sociale, significa che una dose-richiamo, magari una volta all’anno agli inizi dell’autunno – dose che per i soggetti immunodepressi o anziani over 80 costituirebbe la quinta somministrazione – è certamente un’opportunità per affrontare più serenamente l’inverno».
«Non andrebbe solo suggerito»
Sul fatto per il richiamo della campagna vaccinale ci sia solo la raccomandazione, «non saprei dire fino a che punto “suggerire” la quinta dose possa rivelarsi una soluzione efficace, perché – avverte – come già avvenuto per la quarta, l’opzionalità di un richiamo lasciato alla volontà del singolo rende aleatorio ogni risultato. Insomma – conclude l’immunologo – potremmo dire che si guarisce meglio dal Covid che non dal vecchio stile all’italiana».
Quinta dose, il virologo Fabrizio Pregliasco
«La fatica e la stanchezza vaccinale stanno prendendo piede già ora e non è facile. Ma nella fase attuale che vede ancora in salita questa onda Covid credo sia importante rilanciare questa vaccinazione. Va da sé che nel prossimo futuro dovremo arrivare a un appuntamento annuale, magari con vaccini combinati, che sono in corso di validazione, per fare una sola puntura e proteggersi da influenza e Covid». Il virologo Fabrizio Pregliasco commenta così all’Adnkronos Salute la circolare ministeriale.
Il docente di Igiene dell’Università Statale di Milano evidenzia però che il punto di arrivo dovrà essere quello dei richiami vaccinali annuali. «Per ora io credo che questa sia un’indicazione alla luce di una stagione che potrebbe essere ancora impegnativa, con presenza insieme di influenza e Covid. Quindi per ridurre gli effetti» della co-circolazione di più virus respiratori. «Ci sta», conclude Pregliasco.
Gismondo: «Non possiamo continuare a vaccinarci ogni tre mesi»
Per Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, «non possiamo continuare a vaccinarci ogni tre mesi». «Si dia il giusto spazio – dice all’Adnkronos Salute – ove necessario, alle terapie, adesso che Covid non è più la malattia grave di prima», e si punti a «un vaccino annuale con l’anti-influenza».
Sul fronte vaccinazioni, dunque, l’esperta indica come obiettivo quello di un prodotto annuale da co-somministrare insieme alla profilassi antinfluenzale. Magari un prodotto “2 in 1”, che con una sola iniezione stimola la risposta immunitaria contro entrambe le infezioni? «Dipende dalla qualità del prodotto che si riesce a proporre», risponde Gismondo.