Opposizione spiazzata e divisa. Costa (Terzo polo): «Non sarà il pregiudizio a guidarci»
Opposizione in ordine sparso anche nel dibattito parlamentare. Gli interventi dei rappresentanti di Pd, M5S e Terzo polo hanno infatti evidenziato differenze di toni e di accenti che riflettono diversità di valutazione politica nei confronti del governo Meloni. Se i grillini hanno mostrato il volto dell’arme e i dem sono apparsi condizionati dai loro equilibri congressuali, gli esponenti dell’area calendian-renziana hanno annunciato, attraverso Enrico Costa, una opposizione non pregiudiziale. «Troverete – ha scandito l’ex-ministro rivolgendosi ai banchi del governo – una interlocuzione costruttiva e obiettiva. Non avremo imbarazzo a sostenere e votare i provvedimenti che riterremo opportuni. Non faremo un’opposizione a prescindere».
L’ivoriano Soumahoro cita Di Vittorio
Costa non ha però rinunciato ad attaccare l’esecutivo. «Nella maggioranza – ha detto alludendo a Forza Italia e Lega – ci sono due forze in progressivo declino che cercheranno visibilità e bandierine, non trasmettete la compattezza che il Paese richiede». Di tutt’altro taglio l’intervento di Aboubakar Soumahoro, il deputato di origini ivoriane eletto con l’alleanza rosso-verde. «L’Italia – ha esordito – ha bisogno di patriottismo non egoista ma solidale. L’Italia non ha bisogno di sovranismo egoista, isolazionista, fomentatore di caccia alle streghe». Soumahoro, che ha citato il sindacalista Giuseppe Di Vittorio, ha rivendicato di «parlare a nome di chi è dimenticato, sfruttato e reso invisibile. Di chi porta come me le cicatrici del razzismo e della discriminazione».
Dai dem opposizione al presidenzialismo
Attenzione verso il governo per le politiche che attuerà in tema di autonomia differenziata ha annunciato Franco Manes, deputato valdostano di opposizione del gruppo Misto. Dal Pd Arturo Scotto è venuto invece l’appello anti-presidenzialista. «Lei – ha detto rivolto alla Meloni – ha vinto le elezioni ed ha il dovere di governare. Lei ha la maggioranza in Parlamento ma è minoranza nel Paese. Un consiglio non richiesto: non si cambia la Costituzione con il 43 per cento dei consensi». Infine, il M5S, che attraverso Vittoria Baldino, è tornato sul problema dei diritti, terreno prescelto dai 5Stelle per fare concorrenza elettorale al Pd. «Qual è – ha chiesto alla presidente del Consiglio – la sua visione dei diritti se i Paesi a cui si ispira sono l’Ungheria e la Polonia?».