Milano, bimba morta di stenti: trapelano indiscrezioni sull’autopsia. “Ha ingerito parti del cuscino”

14 Ott 2022 15:24 - di Redazione
bimba morta

La bimba morta di stenti a Milano. «Nell’agonia avrebbe ingerito frammenti di cuscino e gommapiuma che i medici legali avrebbero ritrovato nel suo stomaco».  Lo riporta Leggo.it che parla di «dettagli aberranti, quelli che emergono dall’autopsia, indiscrezioni raccontate nel programma Mediaset, Mattino Cinque, e che rivelano – ancora una volta – la crudeltà di Alessia Pifferi, la madre della bimba…».

Milano, il caso della bimba morta di stenti

Scrive ancora il quotidiano, «i materiali rinvenuti nel piccolo stomaco, secondo i medici, sono compatibili con il materiale di cui era fatto il materassino della culla. Ma l’avvocato della donna, sminuisce le indiscrezioni sulla morte della bimba». «Non c’è certezza, prima di lanciarci in considerazioni dobbiamo fissare l’evento morte per capire bene se Diana ha ingoiato parti del materassino e del cuscino in preda alla fame, perché potrebbe essere anche morta di soffocamento», ha detto nel corso del programma il legale, come riporta il quotidiano. Aggiungendo: «Chiederemo anche l’analisi del pannolino e approfondimenti attraverso l’incidente probatorio».

Il gip: «No disagio psichico madre, sempre consapevole»

Nei giorni scorsi come riportava l’Adnkronos, era arrivata una decisione del gip. «L’indagata non ha mai avuto, nella sua vita, nessuna storia di disagio psichico né tanto meno di psico-patologia, e che anche dopo l’ingresso in carcere, come attestano le relazioni del Servizio di psichiatria interna (del carcere di San Vittore, ndr), si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata, nonché in grado di iniziare un percorso, nei colloqui psicologici periodici di monitoraggio, di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo, come attesta in particolare la relazione del 2 agosto 2022». È con questa motivazione, come riporta l’Adnkronos, che nei giorni scorsi il gip di Milano Fabrizio Filice ha respinto l’istanza dei difensori di Alessia Pifferi che chiedevano l’accesso al carcere di due consulenti tecnici per un accertamento neuro-psichiatrico sulla donna accusata di omicidio aggravato per aver ucciso la figlia Diana di soli 18 mesi.

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