Interrogata in carcere la madre della bimba abbandonata per 7 giorni e morta di stenti

22 Lug 2022 17:55 - di Paolo Lami
Roma

E’ durato circa due ore l’interrogatorio di convalida del fermo di A.P., accusata di aver abbandonato e lasciato morire di stenti la figlioletta Diana, una bimba di 16 mesi, nel loro appartamento di Milano per andarsene in giro con il suo compagno.

A quanto si è appreso non era la prima volta che la donna si comportava così con la bimba lasciata altre volte sola ma, in questo caso, la bimba è stata lasciata sola per 7 giorni.

L’interrogatorio si è tenuto nel carcere di San Vittore di Milano, alla presenza del gip Fabrizio Filice e dell’avvocato della donna, Raffaella Brambilla e, al termine dell’interrogatorio, il legale non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

La trentasettenne è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e premeditazione. E rischia l’ergastolo.

La figlia, Diana, secondo quanto ricostruito dal pm Francesco De Tommasi, è stata lasciata sola dalla madre all’interno della loro abitazione in via Parea, nella periferia est di Milano, nella culla per sette giorni consecutivi, senza assistenza, senza generi alimentari sufficienti e in condizioni di pericolo. Tanto da morire per stenti e per mancanza di accudimento.

Dinanzi al pm, nel primo interrogatorio dopo il l’arresto, la donna non ha mostrato segni di pentimento. “Non ha mai pianto” e si è mostrata “fredda”, consapevole delle conseguenze del suo abbandono. Ha parlato della figlia quasi come un peso, qualcosa di cui liberarsi, ma poi si è chiusa anche in silenzi pieni della paura di ammettere una “volontà intermittente” di non voler essere più madre.

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