Ciriani rilancia la sfida: il governo starà insieme 5 anni. Opposizione? Sia pure dura, ma responsabile

24 Ott 2022 9:29 - di Bianca Conte
Ciriani

«Giorgia Meloni lo ha detto anche ieri: siamo chiamati a dimostrare che questo governo sarà una grande sorpresa per tutti, soprattutto per chi ci ha dipinto negativamente in campagna elettorale e per chi ha parlato male di noi. Saremo una bella sorpresa per l’Italia. La priorità è lavorare». Va dritto al punto il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, intercettato dai giornalisti mentre lascia Palazzo Chigi dopo il primo Cdm. E subito dopo ribadisce: «Oggi è la giornata della festa. Ma da domani la festa è finita e bisogna lavorare».

Luca Ciriani, un ministro garante di impegno e senso di responsabilità

E al lavoro il neo ministro ci si è messo davvero da subito, assicurando impegno e affidabilità. Il mio, sottolinea, «è un compito molto delicato. I funzionari del dipartimento mi hanno già dato i compiti per casa e ho iniziato a studiare. Farò il massimo possibile: l’esperienza di capogruppo mi aiuta molto». Del resto, il ministro Ciriani viene da Fvg: «Una regione che ha sofferto molto – rileva – e ha dato moltissimo al Paese. In cui si è abituati a lavorare in maniera silenziosa e a raggiungere gli obiettivi. Ed è quello che mi prefiggo di fare».

«Il mio è un compito molto delicato. Farò il massimo possibile»

Da subito, anzi da ancora prima: da quando – come il neo ministro spiega in un’intervista al Messaggero – si è appreso che avrebbe ricoperto l’incarico che era previsto andasse a Maurizio Lupi. Una decisione che Ciriani spiega precisando: «È un po’ antipatico che lo dica io, ma posso dire, dopo 5 anni da capogruppo al Senato, che il ministro per il Parlamento, una figura di cucitura, il vero ambasciatore del governo presso le Camere, deve essere una figura molto vicina al premier». E lei lo è? Chiede il quotidiano. Ciriani ribatte sul punto: «Conosco Giorgia dal 2006… Si vedeva fin da allora che era una predestinata, la migliore di tutti. Da lì è nata un’amicizia profonda».

Ciriani sulle orme di Tatarella: «Il maestro della destra di governo per tanti di noi»

E ancora. «A chi si ispira? A Tatarella?», chiede il Messaggero in tema di condivisioni e stima politica. La replica è coincisa quanto chiara: «Beh, lui è stato il maestro della destra di governo per tanti di noi. Magari essere come lui…».Esempio, serietà, fiducia: parla di tutto questo il ministro Ciriani nell’intervista al quotidiano capitolino in cui ribadisce con fermezza di non credere che qualcuno possa mettere in discussione «la compattezza del centrodestra, che non è di Berlusconi, di Salvini o di Meloni. È un blocco sociale, un popolo, che da 12 anni aspettava un governo eletto. E nessuno lo può tradire con i suoi personalismi, anche perché pagherebbe un prezzo altissimo».

Sull’opposizione: «Sia sì dura, ma anche responsabile»

Dunque, la domanda diventa: «Come terrà a bada gli alleati?». «Facile. Oggi lo ha detto Salvini in Cdm: staremo insieme 5 anni. E io mi fido di Matteo». Non solo. Sempre a proposito di sinergie e spirito di collaborazione, il Messaggero a questo punto della conversazione giornalistica chiede al ministro Ciriani: «Cercherà il coinvolgimento anche delle opposizioni?». Anche in questo caso la risposta non lascia adito a dubbi: «L’abbiamo fatta per tanti anni e sappiamo che, se fatta in modo intelligente, può essere molto utile».

Le prime sfide del governo

Pertanto, prosegue il ministro, «mi auguro che ci sia un’opposizione sì dura, ma anche responsabile. Anche perché abbiamo davanti 3 o 4 mesi molto pesanti, tra Finanziaria, decreti in sospeso, progetti per il Pnrr sui cui, mi permetta di dire, non abbiamo mai votato contro. Ma abbiamo criticato il governo per il poco spazio dato al Parlamento nella discussione. Noi non abbiamo mai impedito al governo di approvare leggi urgenti, o provvedimenti per il bene del Paese. Mi auguro che le opposizioni facciano lo stesso».

Senato? I numeri ci sono

Mentre, a proposito di auspici, Ciriani non si augura un allargamento della maggioranza. «La maggioranza è politica, autosufficiente e votata dagli italiani – spiega –. Non ci sono formule alternative. L’unica sarebbe il ritorno alle urne». E su Palazzo Madama, dove con molti senatori ministri, l’intervistatore sollecita a fare attenzione ai numeri, Luca Ciriani replica: «Sta a noi garantire che ci siano. Ma nessuno di noi è stato eletto per fare il turista: i ministri si organizzeranno per essere presenti in aula».

 

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