Tv, Conte sprizza veleno su Di Maio: “Invece di pensare alla pace s’è fatto il partitino elettorale” (video)
«Di Maio chi? Colui che invece di pensare alla guerra si è fatto il solito partitino elettorale?»… Suona così, esclusi punti interrogativi che aprono all’ipotesi dubitativa per quella che è invece un’asserzione punitiva. E al netto di perifrasi e slogan bellici, la bordata che Conte ha assestato all’ex grillino dallo studio di Rete 4 di Dritto e Rovescio… Al pubblico in scena, come agli spettatori a casa, è chiaro subito che, più che un sassolino nella scarpa, evidentemente, Conte rispetto a Di Maio aveva proprio un macigno sullo stomaco. Così, approfittando dell’ospitata a Dritto e Rovescio da Del Debbio, l’ex Presidente del Consiglio non le ha mandate a dire al nuovo capo di Impegno Civico e ministro degli Esteri, colpevole di aver sbattuto la porta al partito dei pentastellati per ambizioni personali.
Conte scatenato contro Di Maio
E così, approfittando dell’ospitata da Del Debbio, l’ex Presidente del Consiglio non le ha mandate a dire al nuovo capo di Impegno Civico, colpevole di aver sbattuto la porta al partito dei pentastellati per ambizioni personali. E lo fa colpendolo dove più fa male: sul suo ruolo di ministro degli Esteri, e sul tallone d’Achille del Reddito di cittadinanza. Riperticando peraltro un copione già recitato qualche giorno fa a Telelomabardia, quando Conte ha asserito: «Di Maio ha percentuali molto basse, non ha molto senso votarlo…». E sentenziando in calce: «Soprattutto ha abiurato a tutte le battaglie M5S, ha rinnegato tutto il passato, sarebbe come votare un fuordopera».
Conte: «Di Maio è arrabbiato. Ma gli italiani dovrebbero esserlo»
Ieri allora, su Rete 4 è andata in onda la seconda puntata dello show grillino, con Conte pronto a ribadire sul punto, e smanioso di assestare meglio il colpo, centrato sul ruolo dell’ex 5S alla Farnesina: «Di Maio è veramente arrabbiato, fa impressione. Ma in realtà sono gli italiani che dovrebbero essere arrabbiati. Perché in un conflitto che qui in Europa sta ridisegnando lo scenario politico per i decenni a venire, abbiamo avuto un ministro degli Esteri che invece di dedicarsi a un negoziato di pace – l’unica prospettiva risolutiva – si è dedicato a fare il solito partitino elettorale».
Conte e Di Maio alla resa dei conti
Che tra i due sia in corso una guerra aperta già nei mesi che hanno preceduto la caduta del governo Draghi, è cosa nota. Come pure sono sotto gli occhi di tutti – e da tempo ormai – gli attacchi al vetriolo che Conte ha ripetutamente indirizzato a Di Maio, fino allo strappo definitivo con la fuoriuscita del ministro dalla frastagliata galassia a Cinque Stelle, deciso a imbarcarsi per quella si prospetta come un’avventura elettorale ai limiti del catastrofico (almeno stando a quanto preconizzano i sondaggi). Ma ieri, nello studio Mediaset, sono davvero volati gli stracci..
La sfida si decide il 25 settembre
Insomma, i tempi sono maturi per l’Armageddon. E ieri, nel programma condotto da Paolo Del Debbio, il leader grillino ha provato a guadagnare terreno. Andando ben oltre il limite del battibecco istituzionale a distanza. O della battuta sagace a favore di telecamera. Ieri, Conte, ha sprizzato veleno da tutti i pori rispetto all’ami-nemico di un tempo, oggi suo acerrimo avversario e competitor. Sono lontani i tempi dell’alleanza pattuita col governo giallo-verde, in nome della quale espellere il corpo estraneo leghista.
Ne resterà soltanto uno…
E ancor più lontani i giorni della riconoscenza personale e del sostegno strategico per quella “creatura” multiforme, il Conte bis, nato da una costola giallo-rossa precedente dell’esecutivo. Oggi, in piena campagna elettorale, è scattata la resa dei conti finale. Uno scontro all’ultimo insulto che solo il 25 settembre decreterà – più che il vincitore, almeno stando ai sondaggi – il sopravvissuto di turno… Quando, come nel celebre film Highlander ( a proposito di sfide, decisamente più epiche e appassionanti comunque), ne resterà soltanto uno…