M5S: sulla risoluzione Conte strologa e Di Maio vince. Grillo bacchetta tutti: «Si parli con onestà»
Il solito Giuseppe Conte. Con il solito bla bla bla di propositi coniugati al futuro e perciò quasi mai onorati. Sembrava volesse spaccare il mondo sulla risoluzione pro-Ucraina che il Parlamento si accinge a votare e invece anche in questo caso ha innestato la retromarcia, lasciando campo libero a Luigi Di Maio. La sostanza è questa. Il resto è tutta fuffa parolaia montata ad arte per nascondere la sconfitta. Giuseppi, si sa, non teme rivali quando si tratta di sfoggiare l’eloquio del leguleio. È convinto che attraverso il bla bla bla gli riesca di spacciare il surrogato per l’originale. Ricordate? Si era arditamente attestato a difesa del voto parlamentare sulla risoluzione. Ora invece rincula sulla «costante informativa» alle Camere da parte del governo.
Conte si conferma il solito Azzeccagarbugli
Aveva tuonato «mai più armi a Kiev» per poi ripiegare sull’auspicio della «rapida de-escalation». Insomma, Una ritirata su tutta la linea, coperta mediaticamente dal Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, l’unico giornale che ancora si ostina a considerare Conte un vero leader. Di certo non è la stessa idea di Beppe Grillo, che pure non scherza quanto a eloquio. Il suo non è quello di un Azzeccagarbugli, ma di un santone, questo sì. Fateci caso: ogni qualvolta il M5S s’infila in qualche vicolo cieco (praticamente tutti i giorni), l’Elevato comincia a parlare per metafore. È il suo modo per dire tutto e il suo esatto contrario senza schierarsi con l’uno o con l’altro contendente.
L’Elevato cita Steve Jobs
Oggi sul suo blog ha chiesto: «Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà». Con chi ce l’ha? Con Conte, con Di Maio o con Fico. Con tutti e con nessuno, forse. Almeno a giudicare dal riferimento a Steve Jobs e alla sua teoria della morte «come agente del cambiamento» che il fondatore di Apple spiegò agli studenti di Stanford dicendo loro «ora il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, diventerete gradualmente il vecchio e verrete spazzati via». Una profezia che per Grillo s’attaglia alla perfezione al M5S. «Siamo tutti qui per andarcene comunque – ha concluso -, ma possiamo scegliere di lasciare una foresta rigenerata o pietrificata». La seconda è più probabile. Anche Grillo lo sa, ma non lo dice.