Inflazione, prezzi mai così alti dal 1985. La mazzata alimentare: spesa più cara del 10,2%
È allarme per l’ultimo rapporto Istat sull’inflazione, che per il mese di agosto ha fatto registrare un balzo dell’8,4% rispetto allo scorso anno e dello 0,8% rispetto a un mese fa. Si tratta del valore più alto dal 1985, che peggiora ulteriormente se si prende in considerazione la sola spesa alimentare e per i beni destinati alla cura della casa e della persona: è salita del 9,7% toccando il massimo storico dal 1984.
L’inflazione trainata dai beni energetici
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, spiega l’Istat, si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%) e in particolare degli energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%; i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall’altra a quelli dei beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,5%) e dei beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7% per l’indice generale e a +3,5% per la componente di fondo. E, secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 9,0% su base annua (da +8,4% nel mese precedente).
La mazzata della spesa alimentare
Per quanto riguarda i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona in un mese solo aumentati dello 0,6%, passando da +9,1% a +9,7%. Coldiretti ha poi scorporato il dato della sola spesa alimentare, chiarendo che gli aumenti ammontano complessivamente al 10,2%, una situazione che «ha costretto gli italiani – denuncia l’associazione – a tagliare gli acquisti in quantità nel carrello della spesa».
L’allarme di Confesercenti: «I consumi si contrarranno di 34 miliardi»
Confesercenti ha stimato che, per l’effetto dell’inflazione e del caro bollette, in due anni i consumi si contrarranno di 34 miliardi, pari a oltre 1.300 euro a famiglia. Uno scenario «preoccupante», rispetto al quale «non possiamo perdere tempo: famiglie ed imprese sono schiacciate dai continui rincari, senza interventi tempestivi il caro-bollette rischia di spingere fuori mercato decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori».
Anci e Upi: «Servono provvedimenti urgenti anche per Comuni e Province»
Di «una caporetto per le famiglie », che sta «dissanguando gli italiani», ha parlato poi l’Unione nazionale consumatori, chiedendo a sua volta al governo «interventi urgenti per bloccare la spirale letale tra caro bollette e inflazione». E un appello al governo a fare presto è arrivato anche dall’Anci, Associazione nazionale Comuni italiani, e dall’Upi, Unione province italiane: servono «provvedimenti urgenti» hanno avvertito, chiarendo che «è indispensabile che fra questi sia compresa una misura di sostegno per i Comuni e le Province, in assenza della quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare».