Caro energia, ecco le imprese che rischiano di chiudere: i settori più falcidiati
È lunghissima la lista di imprese in grave difficoltà per il caro energia. Tutti i settori hanno lo stesso problema, i costi insostenibili dell’energia legati all’aumento delle bollette di luce e gas. Si rincorrono gli appelli e le richieste di aiuto, con tante aziende a rischio chiusura e una mappa del disagio in costante aggiornamento. La situazione è precipitata nel giro di pochi giorni, con i conti che restituiscono una fotografia impietosa: a queste condizioni, non ci si può che fermare. L’allarme è diffuso in tutta Italia, in comparti diversi, e richiama l’attenzione delle forze politiche e del governo. L’estate non è ancora finita ma il tessuto produttivo italiano è già vicino al collasso.
Caro energia, ecco le imprese in forte difficoltà
Legno e arredo. “Se l’Europa e, o il governo italiano non mettono in campo a strettissimo giro misure volte a bloccare gli aumenti ormai insostenibili di gas ed energia, devono essere consapevoli che tireranno il freno a mano a intere filiere produttive, fra cui quella del legno-arredo, che saranno costrette a fermare la produzione, a mettere i lavoratori in cassa integrazione e a perdere competitività sui mercati”, avverte Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Purtroppo nel giro di pochi giorni la situazione è precipitata”, afferma, sottolineando che le aziende del settore si trovano davanti ad uno scenario “fosco che in tempi celeri coinvolgerà l’intera filiera del legno-arredo che riuscirà ad evadere gli ordini solo in base alle scorte di magazzino che, a voler essere ottimisti, possono durare al massimo un mese e mezzo. Tradotto già ad ottobre ci sarà il black out della nostra filiera”.
Gli artigiani: le stime
Gli artigiani. Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021. Sono le stime di Confartigianato. A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le pmi supera il miliardo di euro. I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).
Caro energia, ristorazione e turismo
Ristorazione e turismo. “Bollette in vetrina è il grido di allarme e dolore di chi come noi è costretto ad assistere impotente al default delle nostre aziende. A rischio adesso c’é un intero modello produttivo e distributivo del nostro Paese, perché quando le spese superano le entrate, il nostro sistema di imprese non sta più in piedi ed è concreto il rischio di ritrovarsi con il bar e con il negozio sotto casa spenti. E non per incapacità imprenditoriali, ma per impossibilità di sostenere questi costi”. Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio, presenta il conto pagato dai piccoli esercenti.
Caro energia, ortofrutta in Toscana: «Fuori controllo»
Ortofrutta in Toscana. “L’aumento dei costi energetici è diventato fuori controllo. Serve fare qualcosa subito, non aspettare le elezioni perché, in questa condizione, le aziende a fine settembre non ci arrivano. Il prezzo medio della componente energia pagato nel 2021 era 9 centesimi di euro per Kilowatt/ora. A giugno siamo saliti a 32-33 centesimi, poi c’è stata un’ulteriore impennata e siamo andati a 70 centesimi. Cifre folli”. A lanciare l’allarme è il presidente del settore ortofrutticolo di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni. “L’aggravio è pesantissimo e ingestibile. Parliamo di un rincaro dell’800%. La componente energia ha un aumento assurdo, le bollette sono triplicate. Aziende che producono, conservano, confezionano e distribuiscono sono in grave crisi”.
Caro energia, la filiera agroalimentare
La filiera agroalimentare. ”Sempre più insostenibili i costi energetici sostenuti dalla filiera agroalimentare italiana, che stanno portando le aziende a rallentare sempre di più la loro produzione”, sottolinea il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. Trainati dall’energia stanno esplodendo i costi di produzioni della parte agricola, con aumenti che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti, ma anche dell’industria, della catena del freddo e della distribuzione. A cui vanno aggiunti i rincari di imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi.
«Siamo impotenti»
Industriali Varese. Di fronte all’impennata dei prezzi dell’energia “siamo impotenti, occorrono interventi urgenti per garantire la tenuta industriale del Paese e dei suoi territori più manifatturieri come Varese. Ha ragione il presidente Bonomi: è questione di sicurezza nazionale. Sono troppe le imprese messe a rischio sopravvivenza”, dice il presidente dell’Unione industriali di Varese, Roberto Grassi. Tante imprese del territorio “hanno deciso di non riaprire dopo le ferie” e altre “hanno già deciso di bloccare la produzione, perché a questi livelli, pur di fronte a un buon portafoglio ordini che caratterizza tutta la nostra industria, è ormai ampiamente diseconomico produrre”, sottolinea il presidente degli Industriali di Varese.