Il Papa agli imprenditori: «I denari di Giuda non si confondano con quelli del Buon samaritano»

12 Set 2022 13:58 - di Redazione
Papa

L’immagine che viene alla mente è quella della cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme. Del resto, è stato lo stesso Papa Bergoglio ad evocarla, ricevendo in udienza Confindustria. «La vita degli imprenditori nella Chiesa – ha premesso – non è stata sempre facile. Le parole dure che Gesù usa nei confronti dei ricchi e delle ricchezze, quelle sul cammello e la cruna dell’ago, sono state a volte estese troppo velocemente ad ogni imprenditore e ad ogni mercante, assimilati a quei venditori che Gesù scacciò dal tempio. In realtà – ha spiegato il Pontefice -, si può essere mercante, imprenditore, ed essere seguace di Cristo, abitante del suo Regno. La domanda allora diventa: quali sono le condizioni perché un imprenditore possa entrare nel Regno dei cieli?».

Il Papa ha ricevuto Confindustria

La Chiesa, dunque, non nega la tendenza al profitto, tipica di chi fa impresa, ma mette in guardia dalla tentazionedi sganciare la prospettiva del guadagno da ogni altra implicazione di carattere morale o sociale. «L’economia cresce e diventa umana – ha infatti aggiunto il Papa – quando i denari dei samaritani diventano più numerosi di quelli di Giuda». Un concetto che il Vescovo di Roma ha esplicitato più avanti: «Lo stesso denaro può essere usato, ieri come oggi, per tradire e vendere un amico o per salvare una vittima. Lo vediamo tutti i giorni, quando i denari di Giuda e quelli del Buon samaritano convivono negli stessi mercati, nelle stesse borse valori, nelle stesse piazze». Un modo per dire che la ricchezza non è un valore a se stante. Vi è quella che deriva dal rischio e dal lavoro e quella frutto della disonestà e della violenza criminale.

La ricchezza va condivisa

E allora si torna all’interrogativo iniziale: come può un imprenditore passare per la cruna dell’ago? Attraverso «la condivisione», ha spiegato Papa Bergoglio. Significa che la ricchezza non deve diventare un «idolo» o un «padrone spietato». È un po’ il senso della parabola dei talenti. La ricchezza non va dispersa o sotterrata, ma usata «per il bene comune». In proposito Papa Bergoglio, citando i beati Giuseppe Toniolo e Giuseppe Tovini, ha ricordato che nella Chiesa ci sono stati anche imprenditori, banchieri ed economisti che hanno seguito il Vangelo in modo esemplare. «Per entrare nel Regno dei cieli – ha concluso -, non a tutti è chiesto di spogliarsi come il mercante Francesco d’Assisi. Ad alcuni che possiedono ricchezze è chiesto di condividerle».

 

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