Il Fatto insulta le donne di Fratelli d’Italia chiamandole ancelle. E così si tocca il fondo…
Sul Fatto di oggi tale Maddalena Oliva parla dell’immagine femminile che Giorgia Meloni, a suo avviso, intenderebbe propugnare in caso governasse il paese. Prendendo ad esempio il Piemonte, che ha stanziato dei fondi per i centri di aiuto alla vita, sostiene che Meloni vuole le donne “fattrici”, dedite alla natalità, non autodeterminate e quindi “non più padrone di sé”.
Ma è il titolo scelto che fa sobbalzare: “Le sorelle-ancelle d’Italia e di Meloni“. Si allude al fatto che in Fratelli d’Italia, e comunque nella destra, le donne siano tutte ancelle, ridotte al ruolo immaginato da Margaret Atwood nel famoso best seller “Il racconto dell’ancella”.
Eppure proprio la Atwood ha sconfessato le isterie del neofemminismo alla #metoo. E di recente si è chiesta se, in tempi di egemonia del gender, si possa ancora utilizzare la parola “donna”. Ma il suo libro più famoso continua ad essere utilizzato dai movimenti per i diritti delle donne e in particolare da chi in Italia contesta le politiche pro life.
Stupisce poi questo dibattito sulla 194 scatenato dalla sinistra mentre ci sarebbero ben altri argomenti da mettere al centro dell’attenzione, a cominciare da ciò che sta accadendo in Iran a seguito della morte di Mahsa Amini. Argomento assai trascurato e sottovalutato, mentre si preferisce mettere in bocca alla leader di FdI intenzioni di modifica della legge sull’aborto che non ha mai espresso.
Tuttavia, ognuno è libero di esprimere le proprie critiche purché non si trattino le donne che non stanno a sinistra come se fossero di serie B. Prima tutte “olgettine” e ora addirittura ancelle. Quindi non libere o comunque non consapevoli. Un insulto peraltro ridicolo visto che proprio la vicenda di Giorgia Meloni dimostra, come ha giustamente notato Ritanna Armeni, che se il femminismo non è la via che porta una donna al potere qualche problema per la sinistra si crea e non può essere aggirato tirando fuori la retorica del patriarcato.
Infine, stanno a sinistra e non a destra le forze politiche che intendono cambiare la legge 194 perché la ritengono troppo poco permissiva. Lo fa notare Eugenia Roccella in una intervista a Libero: «In quella legge si parla di “tutela sociale della maternità”, si riconosce ai medici il diritto alla libertà di coscienza, si dice che il consultorio dovrebbe “contribuire a rimuovere le cause che potrebbero indurre all’interruzione di gravidanza”, c’è l’obbligo di abortire solo in ospedale. Tutti punti che sono considerati ostacoli. A sinistra ci si scaglia da anni contro gli obiettori di coscienza, non si è mai voluta applicare la parte sull’aiuto concreto alle mamme e si vorrebbe usare la pillola abortiva, la Ru486, per scavalcare l’obbligo di abortire in ospedale».