I legali di Trump: alcuni documenti sequestrati a Mar-a-Lago non erano classificati
Nel braccio di ferro che da mesi sta contrapponendo Donald Trump e l’Attorney General alla guida del Dipartimento della Giustizia, Merrick B. Garland, fedelissimo di Biden, che ha spedito l’Fbi a perquisire il resort del tycoon a Mar-a-Lago, in Florida, sequestrando una quindicina di scatoloni di documenti con l’accusa che l’ex-inquilino della Casa Bianca si è portato via materiale segregato, ora i legali dell’ex-presidente Usa hanno depositato atti giudiziari sostenendo che alcuni documenti confiscati il mese scorso potrebbero non essere classificati. E che quindi Trump poteva avere il diritto di tenere i materiali in suo possesso.
“In quella che è una controversia sull’archiviazione di documenti andata fuori controllo, il governo cerca ingiustamente di criminalizzare il possesso da parte del 45esimo presidente dei propri documenti presidenziali e personali”, hanno scritto gli avvocati di Trump, sostenendo che i pubblici ministeri stanno cercando di limitare qualsiasi revisione esterna di “quelli che ritiene essere ‘documenti classificati”.
Gli avvocati di Trump hanno affermato che il governo “non ha dimostrato” che i materiali contrassegnati come classificati siano in realtà ancora classificati.
Inoltre ricordano il potere del presidente di declassificare i documenti, senza specificare se Trump lo abbia effettivamente fatto prima di lasciare l’incarico.
Secondo fonti ben informate citate a condizione di anonimato dal Washington Post, tra i documenti sequestrati dall’Fbi ce n’era uno che descriveva le difese militari di un governo straniero, comprese le sue capacità nucleari.
Le stesse fonti hanno anche affermato che alcuni dei documenti sequestrati descrivono in dettaglio operazioni statunitensi top secret.
Il Dipartimento di Giustizia sostiene, invece, in atti giudiziari che, tra gli oltre 100 documenti riservati sequestrati ad agosto, ce ne erano alcuni che erano contrassegnati come “Hcs“, una categoria di informazioni governative altamente classificate che si riferisce agli Humint control system, i “Sistemi di controllo Humint” utilizzati per proteggere l’intelligence raccolte da fonti segrete.
C’erano anche dozzine di cartelle vuote contrassegnate come classificate, secondo un inventario governativo depositato in tribunale, e documenti contrassegnati come riservati, segreti e top secret.
“Il governo sostiene che il presidente Trump non possa avere un tale interesse per i presunti ‘registri classificati”’, si legge nel deposito del team legale di Trump.
“Ma, ancora una volta, il governo non ha dimostrato che questi documenti rimangono classificati. La questione sarà determinata in seguito”, prosegue il testo.
Gli avvocati dell’ex-presidente hanno anche affermato che le indagini sui documenti dovrebbero essere incentrate sul Presidential Records Act, una legge civile che afferma che i documenti presidenziali appartengono al governo, non al singolo presidente.
Gli avvocati di Trump hanno scritto che la loro interpretazione dell’atto suggerisce che l’ex-inquilino della Casa Bianca ha “un diritto assoluto di accedere” ai suoi documenti presidenziali. “Apparentemente il governo non è interessato alle fughe di notizie non autorizzate riguardo al contenuto dei presunti ‘registri riservati'”, si legge nel documento.