Briatore: «Il ricco non è chi va ai Caraibi ma chi crea lavoro. L’impostazione comunista va superata»
Flavio Briatore torna a infiammare i social, con posizioni come di consueto lontane anni luce dal politicamente corretto. «Stiamo andando incontro ad una crisi senza precedenti e questo ci propone di farci delle canne…», è stato il suo ultimo post su Instragram, dove ha rilanciato una locandina sull’apertura del virologo Andrea Crisanti, oggi candidato col Pd, alla legalizzazione delle droghe leggere.
La provocazione di Briatore: «Non vedo poveri creare ricchezza»
Un post che in meno di un giorno ha avuto oltre 8.500 like e quasi 1500 commenti, tra chi condivide lo stupore dell’imprenditore e chi invece argomenta a sostegno della canna libera. Ha avuto poi quasi 28.500 like e oltre 2.500 commenti il post di ieri nel quale Briatore rilanciava un estratto di una sua intervista a mediawebchannel.it, chiedendo ai suoi follower cosa ne pensassero. «Io – ha detto Briatore – non ho mai visto un povero creare posti di lavoro. Chi crea ricchezza sono le aziende, gli investimenti. Ricchi cosa vuol dire? Il ricco non è uno che va in barca ai Caraibi, investe sempre. Noi siamo partiti con 10 milioni di fatturato, ora fatturiamo 140 milioni e abbiamo 1500 dipendenti. Invece di ringraziarti, rompono anche il c… Il Paese vero è questo qui, c’è una rabbia sociale enorme».
La protesta contro il Twiga: «I miei dipendenti volevano menarli…»
La clip fa parte di un ragionamento più ampio, fatto nell’intervista a mediawebchannel, sulle difficoltà che gli imprenditori incontrano in Italia, anche per le spinte che deprimono la cultura del lavoro e del fare impresa. Briatore è partito da una protesta inscenata davanti al Twiga di Forte dei Marmi da alcuni sindacati di base e sedata dalla polizia, prima che a intervenire fossero gli stessi dipendenti del locale che, ha raccontato, «abbiamo dovuto fermare perché volevano andarli a menare».
La necessità di superare l’impostazione «comunista» sui sussidi
Da lì poi il ragionamento si è allargato al reddito di cittadinanza, alle difficoltà che ha creato nel trovare lavoratori disponibili a impegnarsi nella stagione estiva, alla necessità di distinguere tra chi davvero non può lavorare e chi potrebbe ma non lo fa. Briatore, quindi, ha acceso i riflettori sul tema del costo del lavoro e sull’impatto che ha sulle retribuzioni, auspicando politiche che cambino rotta rispetto a quello che oggi appare come «un Paese comunista che vuole vivere di sovvenzioni» e scagliandosi principalmente contro il M5S. Si tratta, però, di un ragionamento che Briatore non ha restituito nella sua interezza, rilanciandone la parte più provocatoria. In molti, comunque, ne hanno condiviso il pensiero, in particolare su Instagram. Diversa, invece, la reazione su Twitter, dove l’imprenditore è balzato in tendenza soprattutto per le critiche.
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