Assalto al gazebo di FdI, Lorenzo La Russa: «C’ero. Se vince Giorgia sai quanti Maalox a sinistra?»

5 Set 2022 16:39 - di Natalia Delfino
lorenzo la russa

«Bravi che siete stati. E adesso che avete fatto tutto questo dove andate? Cosa avete concluso?». Lorenzo Kocis La Russa, 27enne figlio di Ignazio e consigliere di FdI al Municipio 1 di Milano, era al gazebo di viale Papiniano quando i centri sociali lo hanno assaltato. E i suoi pensieri in quei momenti restituiscono tutta la gratuità di quella violenza, portata avanti al grido di «muori fascista di m…a!», ovvero di un «anacronismo» buono solo per avvelenare il clima.

Lorenzo La Russa racconta l’assalto al gazebo di FdI a Milano

Intervistato dall’edizione milanese del Giornale, La Russa junior ha raccontato come sono andati i fatti, ammettendo anche di non aver realizzato immediatamente quale fosse la natura del raid che si stava per scagliare contro di loro. «Sabato stavo facendo volantinaggio in viale Papiniano per il comizio di Giorgia Meloni a Milano l’11 settembre insieme a un altro consigliere di FdI del Municipio 1 Federico Sagramoso. Ma in realtà – ha spiegato – ero distratto, concentrato com’ero sul derby che ci aspettava a San Siro. Quando ho visto quegli 8-10 ragazzi vestiti di nero, con gli occhiali da sole scuri, i cappucci delle felpe calati in testa e la mascherina sul volto: non ho pensato agli antagonisti, ai centri sociali o comunque a un attacco politico, bensì ai Banditi della Curva Sud del Milan che si vestono di nero».

«La sinistra usa il fascismo per seminare odio»

In fondo, ha aggiunto, «se fossero stati i milanisti, come temevo all’inizio, sarebbe stato peggio». «Poi ho capito che erano quei quattro lì. E sono rimasto a guardarli, li ho ripresi con il telefonino. Hanno fatto tutto in pochi secondi, puntando direttamente sul banchetto che hanno distrutto con qualche calcio, quindi si sono presi il Tricolore e la bandiera di Fratelli d’Italia. Non ci hanno nemmeno guardati in faccia. Sono spariti a bordo di due auto che li aspettavano», ha proseguito il consigliere municipale, rimasto poi con quella domanda in testa: «E ora che avete concluso?».

Lorenzo La Russa: «Se Giorgia diventa premier sai quanti Maalox a sinistra?»

«Lo sa che vi hanno aggredito perché vi considerano davvero fascisti? Lei si sente fascista? O meglio: cos’è per lei il fascismo?», ha quindi chiesto Paola Fucilieri che firma l’intervista. «Non mi sento fascista perché fascismo è semplicemente un termine anacronistico utilizzato dalla sinistra solo per seminare odio. Stop», ha risposto Lorenzo La Russa, sottolineando che «se Giorgia diventasse premier per noi sarebbe una grandissima vittoria e a sinistra per riprendersi dovrebbero prendersi tanti di quei Maalox…». «La prima donna presidente del Consiglio nella storia del Paese e a portarcela saremmo stati noi di Fratelli d’Italia. Se lo immagina?».

Contro la Fiamma «una protesta da campagna elettorale»

«Lei mi piace da sempre, perché ha un immenso pregio: la coerenza. E perché è destinata a svecchiare la politica. Giorgia è Giorgia dalla prima ora, è così sin da ragazza. Era con papà già nel 2012, quando alle politiche la destra prese il 4%, non so se mi spiego. Fa parte di coloro che, fondando Fratelli d’Italia, hanno intrapreso un percorso coraggioso tutti insieme, lavorando con passione. Uno sforzo che adesso stanno per coronare», ha proseguito il giovane consigliere municipale, liquidando come una «una protesta banale, da campagna elettorale» anche le polemiche sulla Fiamma. «Esiste dal 1946, ci si identificano gli elettori che barrando quel simbolo hanno votato e consegnato alle istituzioni ben precise figure. Se si volesse rifare un rebranding del logo al limite lo decidiamo noi, ma come generazione La Russa le posso dire che non c’è alcuna volontà in tal senso».

L’impegno di Lorenzo La Russa in Municipio

«Politicamente parlando, io faccio la mia parte, ma non ho mai avuto pressioni. Mio padre è restio a darmi consigli, si tira indietro, si preoccupa davvero poco del mio impegno politico. Sono io che lo cerco perché mi fido molto di lui», ha poi raccontato ancora Lorenzo La Russa, chiarendo di non scalpitare per avere un ruolo di maggiori rilievo nel partito. È concentrato sul Municipio 1, dove si batte «in particolare per aumentare gli ingressi gratuiti in Area C: per i residenti deve essere un diritto garantito, così come farlo con il mezzo che più loro aggrada, visto che sono 40. Vorrei che gli esercenti dei locali del centro non fossero costretti a chiudere prima, come invece chiedono in molti: la pandemia ha rovinato tanta gente che invece ha diritto di lavorare. Le assicuro che giovani e turisti hanno voglia di viverla questa città».

«Mio padre non mi dà consigli, sono io che lo cerco. Tifo per lui»

Per il resto, «mio padre Ignazio ha 75 anni. Per i prossimi 50-60 anni c’è lui, tifo per lui. Per adesso comunque il sogno è quello di vederli salire sul palco, vincitori alle elezioni, tutti insieme, per l’unità del centrodestra». Dunque, anche con Salvini? «Certamente. Lui mi piace molto anche se negli ultimi anni l’ho trovato un po’ contraddittorio».

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