Altro che “lord Protettore”. Tremonti asfalta Draghi: «Ci lascia pillole avvelenate»
In un’intervista al Giornale Giulio Tremonti ne parla come di una «pillola avvelenata» ben nascosta nelle pieghe del decreto Aiuti bis. E che faceva pendant con l’abolizione del tetto agli stipendi dei manager pubblici, l’emendamento che ha fatto brillare il provvedimento facendo poi scattare l’allarme. La «pillola avvelenata» non è tale per il suo impatto mediatico, ma per le devastanti conseguenze che potrebbe avere sui nostri conti pubblici. «Da sola – spiega ancora Tremonti – vale circa il 9 per cento del Pil». Parliamo di Amco, società del Tesoro, che secondo l’emendamento approvato al Senato, potrà costruire «patrimoni destinati» in cui far confluire i crediti derivanti dai prestiti erogati con la garanzia dello Stato alle imprese in difficoltà al tempo del Covid. In tutto fanno 250 miliardi.
Tremonti intervistato dal Giornale
Una bomba che rischia di entrare nel bilancio dello Stato come debito pubblico aggiuntivo per la “gioia” del prossimo governo. A colpire – argomenta Tremonti – non è tanto il merito della questione dal momento che non si sarebbe potuto fare altrimenti, quanto il metodo scelto. Quegli aiuti hanno infatti riguardato circa un milione di imprese. E la garanzia statale era pressoché totale, il che significa che a risponderne in ultima istanza è lo Stato, cioè tutti noi. L’alternativa era la morte di tutte quelle imprese.
«Se l’avessa fatto Berlusconi…»
Il problema, rimarca Tremonti, è che una norma del genere non la si può introdurre di soppiatto senza un adeguato dibattito in Parlamento. «Questi sono crediti morti, non sofferenze bancarie», rileva ancora l’ex-ministro. Che non a caso al termine «scostamento» preferisce quello di «affossamento». La vicenda Amco presenta anche risvolti politici poiché demolisce in radice la vulgata di Mario Draghi come lord Protettore del futuro governo. «Avrei qualche dubbio su questo – dice Tremonti -. Non so in generale, ma è evidente che qui non si assiste, bensì si crea un problema devastante». E conclude: «Che cosa si sarebbe detto se il governo Berlusconi, nei suoi ultimi giorni avesse fatto una cosa così».