Tremonti: «L’Europa è senza guida. Non hanno previsto la crisi e ci vogliono pure dare lezioni»

12 Set 2022 12:42 - di Elsa Corsini

“Personaggi mancanti del senso della direzione e della missione”. Giulio Tremonti fa sua una citazione di Henry Kissinger per descrivere l’attuale deprimente leadership internazionale. Sonnambuli, pensatori occasionali, incapaci di capire il mondo. Così l’ex ministro, candidato a Milano da Fratelli d’Italia, intervistato da La Verità.

Tremonti: non hanno previsto la crisi e ci danno lezioni

È impressionante che nessuno dei soloni al comando abbia previsto la crisi in atto, paragonabile a quella del ’29. “Questa è una crisi della globalizzazione. Ma il problema è che i globalisti sono ancora al loro posto. Gestiscono la crisi dopo averla creata. E per giunta continuano a impartirci lezioni”. È impressionante – aggiunge – pensare che esattamente un anno fa, i leader si facevano immortalare trionfanti al G20 di Roma. Non è passato neanche un anno, e quegli stessi leader oggi dipingono un’iconografia drammatica. Ma dov’erano prima?”.

“Si accorgono della realtà quando è crollata addosso”

Insomma in Europa, incalza Tremonti, non c’è una guida. “E se c’è, è retroattiva. Si accorge della realtà solo fuori tempo. Quando gli è già crollata addosso. Raramente nella storia c’è stata una squadratura così profonda tra realtà e politica. Una così impressionante assenza di leadership”. Su tutto svetta la mancanza di decisione e le divisioni interne. Drammaticamente evidenti sulla crisi del gas e il sostegno alle famiglie. Impossibile per l’economista scomodo imporre alla Russia un tetto al prezzo del suo gas. “È come pensare di spaventare un leone infilandogli la testa in bocca. Sarebbe infantile sperare che Putin ceda di fronte a un tetto del prezzo del gas. Che così congegnato somiglierebbe a una sanzione politica”.

Ingenuo proporre un tetto al prezzo del gas russo

E il tetto al prezzo europeo, per proteggere i consumatori? “Sul lato politico non vedo il consenso”, dice l’ex ministro dell’Economia. “E sul lato tecnico servivano dei piani pensati per tempo. Chi immagina tasse comunitarie si troverà davanti il muro dell’Olanda. In un sistema in cui l’unanimità è diventata una camicia di forza”. Non è più tenero con il bluff di Draghi.  «Questo governo si è presentato in Senato con un programma molto ambizioso. Dicevano di ispirarsi a Cavour, per le riforme, e a De Gasperi per l’unità nazionale. Ma De Gasperi con l’unità nazionale non c’entrava nulla. Visto che cacciò i comunisti dalla maggioranza. Per quanto riguarda Cavour, io le riforme non le ho viste”.

Il bluff di Draghi e le finte riforme

Però abbiamo 2,7 chilometri di decreti, “25 campi da calcio, in soli diciassette mesi di vita”. E il mitico decisionismo dell’ex governatore della Bce? “La finanziaria dell’anno scorso era piena di scostamenti di bilancio. Nel nome della collaborazione tra Parlamento e governo. Questo fino all’elezione per il Quirinale: da lì in poi si instaura una linea vendicativa, che proibisce gli scostamenti”.

Fisco, una partita di raggiro

Fallimentare anche la politica fiscale. “Una partita di raggiro”, la definisce Tremonti. “In Italia paghiamo le tasse sulle tasse. In pratica è stata inventata l’imposta sugli aumenti. In contesti straordinari come quelli che stiamo vivendo, sarebbe più ragionevole eliminare alla radice queste imposte. Piuttosto che tassare e poi parzialmente restituire. E non a tutti”.

Letta la smetta di abbaiare sugli spread del 2011

Azzerata anche la narrazione del Pd sul rischio di default in caso di vittoria del centrodestra. “Letta abbaia sugli spread che superavano 500 dell’autunno 2011. Per me fa fede Draghi. Che fino ad aprile di quell’anno disse che la gestione pubblica era stata prudente. Letta – continua il professore –  non ricorda che lo spread volò a 537 nel luglio successivo, con il governo Monti da lui patrocinato. Oggi il segretario Pd dovrebbe rileggere Einstein, che nel pieno della crisi del ’29 disse: la soluzione non può essere trovata da chi i problemi li ha creati, e cioè dai globalisti”.

Esiste un modello storico di democrazia, va riattivato

La soluzione, oggetto dell’ultimo libro di Tremonti  Globalizzazione. Le piaghe e la cura possibile (Solferino), esiste. “Crollata la globalizzazione, non possiamo continuare con la vecchia politica. Sempre più scema. Non serve inventarne un’altra, ma riprendere quella adottata prima. Esiste un modello storico di democrazia, dobbiamo semplicemente riattivarlo».

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