Rai in campagna elettorale per il Pd: a Viale Mazzini i militanti dell’informazione rossa

13 Ago 2022 11:46 - di Giorgia Castelli
Rai

Cosa succede in Rai in tempo di elezioni? I giornalisti di Rai dem si mettono l’elmetto titola La Verità in un articolo che racconta quanto sta accadendo in questi giorni bollenti. «La campagna elettorale è appena cominciata e la maggior azienda culturale del Paese la sta gestendo con l’autorevolezza di un circo di periferia nel silenzio dell’amministratore delegato», scrive il quotidiano diretto da Belpietro.

La Rai in tempo di elezioni

«Dopo gli svarioni della Anzaldo sui “peccati” è la volta di Giorgio Iacoboni», si legge nel sottotitolo dell’articolo. «”Chi vota Renzi e Calenda non sta bene”. “Nel caso ci steste pensando ditelo al medico, vi curerà da questa grave forma di masochismo”. Firmato Giorgio Iacoboni, giornalista Rai. Ormai è un rosario, – scrive il quotidiano – ogni giorno la corona viene sgranata da nuovi fedeli del servizio pubblico ai piedi del Nazareno. Se si votasse a Saxa Rubra e a viale Mazzini il Pd vincerebbe con il 90% delle preferenze con qualsiasi legge elettorale».

Rai, “La Verità”: «Chi paga lo stipendio alla Curva Sud dem non è Letta»

Però c’è un problema – scrive La Verità – «chi paga lo stipendio alla Curva Sud dem non è Enrico Letta ma il contribuente italiano, il reprobo senza nome che potrebbe ritenere interessante votare Giorgia Meloni o Bruno Tabacci, Giuseppe Conte o Maurizio Lupi. O perfino uno dei due sintomi della malattia, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Non manca giorno – si legge ancora – in cui la più sbilanciata e imbarazzante Rai della storia – quella di Carlo Fuortes ormai asserragliato nel suo ufficio al settimo piano – dia il peggio di sé. Dopo gli svarioni di Elisa Anzaldo («Di peccati della Meloni ce ne sono sono tanti altri»), Carlo Fontana (praticamente ha dato del Pinocchio a Calenda) e Senio Bonini per la baruffa con Guido Crosetto; a neppure 48 ore dal richiamo formale dell’Agcom per “violazione dei principi in materia di par condicio e pluralismo informativo”, ecco l’ultima perla comparire su Twitter, siglata dal giornalista di Rainews».

“L’eskimo in redazione dondola sugli attaccapanni”

Ad essere grave è la situazione in Rai, scrive ancora il quotidiano, «dove i dipendenti degli italiani pensano di istruire i pupi come se fossero segretari di partito, anzi di quel partito o della sua area di riferimento. Senza freni, senza paracadute, senza rispetto per gli elettori. Da qui al 25 settembre è meglio preparare i popcorn perché i giornalisti sono 1858, ciascuno avverte il bisogno intestinale di dire la sua, l’eskimo in redazione dondola sugli attaccapanni (con buona pace di chi strillava alla “Rai sovranista”) e neppure chi ha compito di coordinamento riesce a trattenersi». Il quotidiano ricorda ancora che «due giorni fa Ida Baldi, vicedirettrice di Rainews 24 ed ex capo dell’Economia, ha sentito l’urgenza di entrare nel dibattito politico, sempre sui social: “Non sono per niente d’accordo ma tant’è. Beccatevi la promessa di Flat Tax, poi ne riparliamo”».

Clima da luna park

Il quotidiano osserva che il clima «da luna park sta mettendo in imbarazzo anche l’Usigrai di Vittorio di Trapani, che osteggiò la regolamentazione, e il consiglio d’amministrazione che non è riuscito a farla applicare. Il sindacato ha un altro limite: reagisce a singhiozzo, in modo curiosamente selettivo. Silente sulla «battuta» della Anzaldo (Tg1) sulla Meloni, ha tuonato contro il condirettore del TgR Fontana ma è tornato curiosamente in ferie per l’invasione di campo dell’allineatissima Baldi».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *