La figuraccia storica di Letta fa risuscitare Renzi: «Abbiamo un’opportunità straordinaria»

7 Ago 2022 19:33 - di Giorgia Castelli
Renzi

In zona Cesarini spunta di nuovo lui, Matteo Renzi. Ha la possibilità di segnare un gol a porta vuota. Il Pd l’aveva dato per morto politicamente, «destinato all’isolamento». Il leader di Italia Viva aveva risposto per le rime, anche lui però in evidente difficoltà. Ora, con il dramma coniugale di Calenda e Letta, un divorzio all’italiana, le situazioni si sono capovolte. Letta ha rimediato una figuraccia storica, condannato solo all’unione con le frattaglie di sinistra. Un fallimento che ha pochi precedenti, rimediato in quattro e quattr’otto.

Renzi lavora al Terzo Polo

Renzi lavora al tanto agognato Terzo Polo, stavolta con il pariolino di sinistra scippato al Pd.  «Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria». A partecipare al banchetto semi-centrista l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. «Dopo molti giorni di balletti indecorosi, con la Lista Civica Nazionale abbiamo deciso di stare con chi a queste danze non ha partecipato. Saremo con Matteo Renzi e con chi crede nel nostro progetto civico e riformista», scrive su Twitter.

«È in gioco il futuro del pianeta»

«Mentre loro parlano di alleanze, il mondo brucia», riprende poi il discorso Renzi. «Dall’Ucraina a Taiwan, dalla striscia di Gaza all’estremismo che torna a crescere in Africa e Afghanistan lancio un appello: in questa campagna elettorale si parli anche di politica estera. È in gioco il futuro del pianeta».

Resta con il Pd +Europa

Resta con il Pd la minuscola truppa di +Europa. «Abbiamo vissuto con sopresa la decisione unilaterale di Calenda, e anche con rammarico, perché la federazione Azione/+Europa è un progetto su cui lavoriamo da circa un anno, e che ci aveva visto lavorare in maniera coesa, anche mettendo l’unità della federazione davanti a tutto». Lo dice all’Adnkronos il presidente di +Europa Riccardo Magi. «Le decisioni andavano prese insieme, e invece non è stato così», aggiunge Magi, che ne approfitta per confermare invece il patto con il Pd.

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