Elezioni, la sfida approda su Tik Tok: Calenda fa nero Letta, i ragazzi sbeffeggiano Conte

31 Ago 2022 11:40 - di Giulia Melodia
Tik Tok

I politici sbarcano si Tik Tok, il social più in voga tra i giovani: una fetta importante dell’elettorato chiamata a esprimersi e magari a fare la differenza il prossimo 25 settembre. E in una campagna elettorale finora condotta a colpi di tweet e di post, lo spettro dell’astensionismo aleggia sui debuttanti al voto, inducendo la comunicazione dei rappresentanti istituzionale a innovarsi e a declinarsi al linguaggio delle ultime generazioni. E allora, sono i social la “tribuna” politica più frequentata nella corsa al voto del 25 settembre, la piazza virtuale in cui oggi si svolge il confronto (a distanza) tra leader e sostenitori che si criticano. Si sfidano. E sempre più spesso, specie da sinistra, insultano a colpi di “cinguettii” e messaggi affidati a una bottiglia lanciata nel mare della Rete.

I politici sbarcano su Tik Tok

Del resto, come rilevano anche oggi i principali quotidiani in edicola, saranno poco meno di 4 milioni i giovani al voto per la prima volta in queste elezioni 2022. Schiere di elettori in erba che, come anticipato, potrebbero fare la differenza. E se il medium è il messaggio, come predicava il sociologo Marshall McLuhan, ecco che contenuto e forma dei contenuti postati dai politici sul social più giovane e più frequentato dai giovani, si sposano virtualmente fondendosi mediaticamente. O quasi… Specie in una campagna dem urlata e rissosa, e condotta a colpi bassi e improperi contro l’avversario piuttosto che scandita da informazioni su punti programmatici e prospettive all’orizzonte.

Gli interventi social tra proposte elettorale e commenti al vetriolo

Pertanto, non è un caso allora se, proprio oggi, il Corriere della sera, a riguardo sottolinea: «C’è una vasta gamma di proposte e promesse elettorali che non superano i confini dei social network. Non hanno a che fare col prezzo del gas. Con le bollette impazzite. O col Pnrr. Per accedere a questo scrigno prezioso di idee, bisogna collegarsi coi TikTok e gli account Instagram e Twitter dei leader politici che ne fanno uso». Proprio su Tik Tok, allora, ha annunciato recentemente il suo approdo Silvio Berlusconi, padre nobile della comunicazione (e non solo televisiva), che ha scelto un ingresso classico nella piattaforma della generazione Z: sabato nel corso di un appuntamento elettorale a Ceglie Messapica ha anticipato via telefono il suo debutto su TikTok, con contenuti dedicati a questo particolare mezzo di comunicazione. Aggiungendo: «Il futuro dell’informazione che passa attraverso la rete, è già intorno a noi. Per questo ho deciso dei fare dei social un canale privilegiato per dialogare con milioni di italiani».

Tik Tok, per Salvini è una fabbrica di idee

Mentre Salvini, ormai quasi un veterano del social, ancora oggi ha dichiarato: «Ogni modo per comunicare è benvenuto, quando la politica si avvicina ai cittadini è una buona cosa». E ancora: «Poi, su TikTok non ci sono solo i 14enni che fanno balletti. Io tutte le sere a mezzanotte sono in diretta su TikTok. Ho visto che Calenda ha qualche migliaia di persone che lo seguono, bene. Noi, ieri sera, eravamo 530 mila, perché le cose non le improvvisi. Non è che vai su TikTok fai il balletto e sei a posto. A me serve perché raccolgo idee. Ad esempio, la proposta di eliminare il numero chiuso per medicina e le facoltà sanitarie e scientifiche arriva anche dai social, dagli studenti. Alcune cose su cui non arrivo, arrivano dai social».

Nelle mani di Calenda una clava da usare per “bastonare” Letta

Ma per qualcuno che lo usa come fabbrica di idee, c’è anche chi, come Calenda, dopo il simpatico debutto su Tik Tok anticipato mettendo subito le mani in avanti: «Uno: io non so ballare, sembro un orso ubriaco. Due: non posso dare consigli di make up perché c’ho la pancia e sono brutto», ha cominciato a usare il social come una clava. Cosa che non gli ha risparmiato critiche per una operazione che è chiaramente elettorale. Come per gli attacchi al centrodestra. Gli strali contro il M5S. E non da ultimo, i pesanti affondi contro il Pd di Letta. Già, il segretario dem che insiste sulla campagna degli “aut aut”, già abbondantemente messa alla berlina dallo sberleffo virale intestato alla dicotomica scelta tra guanciale e pancetta per la carbonara…

Conte tra i più sbeffeggiati con il suo “Occhio ragazzi”

Così, come ricorda il Corriere della sera, «quando ieri Letta ha pubblicato la scheda con “meno tasse per chi lavora” da un lato (bene, sfondo rosso) e “più condoni per gli evasori” dall’altro (male, sfondo nero), l’ex compagno di strada è entrato in tackle. Ricordandogli un provvedimento di quando era presidente del Consiglio: “E il tuo condono del 2013 dove si colloca? Oppure valgono solo quelli di destra? Ci sono condoni moralmente superiori e quelli moralmente condannabili?”»… Commenti beffardi e sottolineature grottesche anche per le risposte agli interventi social di Conte al grido di Occhio ragazzi”. Ex premier che, dal cambio di casacca politica alle vesti di professorino in sedicesima, è passato dagli spot autopromozionale in tv di quando era a capo del governo, alle invettive contro gli avversari sui social.

 

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