Draghi a Rimini: l’Italia ce la farà, di qualunque colore politico sarà il prossimo governo

24 Ago 2022 14:10 - di Bianca Conte
Draghi

Quello che il Meeting di Rimini ha accolto tra gli applausi è un Draghi ottimista, addirittura a tratti sorridente. Un ex premier convinto del suo operato e delle possibilità di un Italia forte all’interno di un’Europa solida come non mai. Un ex capo di governo dimissionario, che dal pulpito romagnolo riprende le fila del discorso interrotto con la sua uscita di scena dall’appello rivolto agli elettori a recarsi alle urne.

Al Meeting di Rimini Draghi si mostra ottimista

«Tra poche settimane gli italiani, sulle base dei programmi, sceglieranno il nuovo Parlamento e, su questo, invito tutti gli italiani ad andare a votare». È così, allora, che il premier Mario Draghi intervenendo al Meeting di Rimini si rivolge alla platea in uno dei passaggi salienti del suo intervento, aggiungendo a stretto giro: «L’Italia è un grande Paese che ha tutto quel che serve per affrontare le difficoltà».

Draghi a Rimini: «Le decisioni di oggi segneranno il futuro Italia»

Oltre che apertamente ottimista. Anzi, di più, come si dichiara lui stesso: «Certo che il prossimo governo, di qualunque colore politico sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta». Anche se, sottolinea poi, «le sfide sono molte, e di non facile soluzione. Come continuare a diversificare gli approvvigionamenti energetici e calmierare le bollette per famiglie e imprese».

Le sfide in agenda per il Belpaese

E ancora: «Accelerare sulla strada delle energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico. Mantenere il giusto impulso nelle riforme e negli investimenti, per preservare la crescita, la stabilità dei conti pubblici, l’equità. E continuare ad assicurare all’Italia un ruolo da protagonista nel mondo, all’interno dell’Unione Europea e del legame transatlantico». Insomma, chiudere il cerchio di quanto rimasto incompiuto alla fine del suo governo.

L’ex premier invoca «verità» e «speranza»

«Queste questioni, nel loro insieme, presentano un passaggio storico drammatico – è il significativo inciso di Draghi nella sua propositiva disamina – che deve essere affrontato con profondità di analisi e coraggio di azione. Le decisioni che prendiamo oggi sono destinate a segnare a lungo il futuro dell’Italia». Un futuro tutto da costruire e per la realizzazione del quale Draghi esorta ad affidarsi a «verità» e «speranza».

Draghi: «La fiducia nel futuro sarà la nostra forza»

Perché, sottolinea l’ex premier dopo aver ribadito vicinanza e solidarietà a Kiev e dopo aver invocato coesione e dialogo parlamentare, «non bisogna tacere le difficoltà che abbiamo di fronte. Ma non è nemmeno onesto descriverle come calamità che ci trovano inerti. Voi, noi tutti, supereremo le difficoltà. Supereremo questi ostacoli. La fiducia nel futuro sarà la nostra forza».

Fazzolari: “Draghi smenisce la narrazione catastrofista della sinistra”

Così, mentre la sinistra in campagna elettorale agita lo spauracchio di un governo a trazione Fdi, Mario Draghi smentisce ogni visione “apocalittica”, anzi non teme i nuovi  equilibri che verranno a crearsi dopo il voto. Lo sottolinea Giovambattista Fazzolari, senatore e responsabile del programma di FdI: “Il presidente del Consiglio Mario Draghi smentisce la narrazione della sinistra che grida alla catastrofe in caso di vittoria del centro destra e di un governo guidato da Giorgia Meloni”. “Chiarissime – aggiunge-  le parole pronunciate al Meeting di Rimini: ‘Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili – come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà, anche questa volta’. Aggiungendo che non intende lasciare alcuna ‘agenda’ al prossimo governo. Perché ‘saranno gli italiani, con il loro voto, a scegliere i loro rappresentanti per la prossima legislatura e quindi il programma del futuro esecutivo’. Esattamente l’opposto di quanto sostenuto fin ora dai sedicenti custodi della ‘agenda draghiana’”.

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