Di Maio contro Calenda: «È un bullo ed è inaffidabile. Ma io porgo l’altra guancia»

11 Ago 2022 13:42 - di Natalia Delfino
di maio calenda

«Mi hanno sempre insegnato che ai bulli si porge l’altra guancia». A dirlo è stato Luigi Di Maio riferendosi a Carlo Calenda nel corso di una conferenza stampa alla Camera nella quale ha rivendicato di non aver mai risposto ai «veti» e «agli atteggiamenti impropri» del leader di Azione per quest’insegnamento ricevuto. Fatto sta che ora che Calenda si è collocato altrove, il leader di Impegno civico non ha avuto problemi a definirlo di fatto bullo e privo di credibilità.

Di Maio alza la testa contro Calenda: «Un bullo, privo di affidabilità»

«Il problema non sono i punti in comune di un programma, il problema vero è la credibilità, l’affidabilità. Calenda per un anno e mezzo ha invocato l’unità per sostenere il governo Draghi; ha detto che i patti sono sacri; ha criticato Conte, Berlusconi e Salvini che hanno buttato giù il governo Draghi e poi anche Calenda non mantiene i patti: martedì ha stretto la mano a Letta e la domenica se ne è andato. Calenda non è affidabile», ha detto Di Maio, per il quale in realtà il fatto che sia saltata l’alleanza tra Pd e Azione rappresenta una grande opportunità.

Ma senza Azione Di Maio può sperare in un collegio sicuro

«Non abbiamo ancora iniziato a mettere i nomi nelle caselle. Io spero che l’uscita di Carlo Calenda dalla coalizione porti con sé tutti i vari veti e atteggiamenti impropri che ha utilizzato negli ultimi giorni», ha detto Di Maio, con un chiaro riferimento al fatto che negli accordi tra Calenda e il Pd c’era quello di non candidare nei collegi uninominali «candidati divisivi», che poi di fatto significava un no ad alcuni nomi, in cima ai quali c’era proprio quello di Di Maio.

«Io non ho risposto ai suoi attacchi, nonostante siano stati 10 giorni di attacchi continui in nome del “draghismo” contro il ministro degli Esteri del governo Draghi. Il che fa emergere tutte le contraddizioni di Calenda», ha detto Di Maio, aggiungendo che ora «noi andiamo avanti anche per le scadenze che abbiamo davanti di presentazione dei simboli e delle liste». E senza il “bullo” Calenda tra i piedi per Di Maio sarà tutto più semplice.

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