Crosetto: «Disappunto verso Meloni perché sta vincendo. Poi c’è chi agisce come i parassiti…»

29 Ago 2022 11:01 - di Gigliola Bardi
crosetto

Quella verso Giorgia Meloni non è «diffidenza», è piuttosto «disappunto verso chi sta vincendo». Così Guido Crosetto, parlando di «un meccanismo piuttosto semplice da decifrare», analizza certe sbavature della campagna elettorale anche da parte degli alleati. Una situazione che, in ogni caso, non deve stupire perché  «il centrodestra è una coalizione e in campagna elettorale ogni leader ha due obiettivi: ottenere un risultato di coalizione e ottenerne uno di partito. E risponderà dei due risultati. È una competizione nella competizione».

Quella tendenza a «estrapolare e polemizzare»

Succede così che ci si trovi anche di fronte a «una forzatura» come quella fatta sulla premiership qualche giorno fa e dalla quale è scaturito un intervento di Matteo Salvini che molti hanno letto come una frenata rispetto alla leader di FdI a Palazzo Chigi. «Si sono estratti 10 secondi da un discorso di un’ora e mezza, in cui Giorgia sostiene che se il centrodestra vincerà le elezioni, il Quirinale ne prenderà atto. Una cosa banale. Detta con rispetto verso Mattarella che sa bene cosa deve fare e lo farà, soprattutto se dalle urne uscirà un risultato chiaro. Ma qualcuno ha voluto estrapolare e polemizzare», ha chiarito Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera.

Crosetto: «I leader degli altri partiti non sanno come fermare Meloni»

«I leader degli altri partiti, che non sanno come fermare Meloni, analizzano ogni frase al microscopio alla ricerca di qualcosa da utilizzare in negativo», ha sottolineato il co-fondatore di FdI, ricordando che si tratta di «un problema per il Paese non per la leader di FdI» e di «un gioco al ribasso: non cerco di essere migliore dell’avversario, ma lo scredito e lo insulto per provare a batterlo». Quanto al centrodestra, sebbene la competizione interna sia fisiologica, per Crosetto dopo le elezioni sarà necessario che «ogni leader di partito si dimostri consapevole della responsabilità che ha» e «si comporti da statista», lasciando da parte quello che più avanti il co-fondatore di FdI chiama «folklore», rispondendo a una domanda sul fatto che Salvini “marchi” Meloni nelle tappe della sua campagna elettorale. «Più importante è che dopo il voto ci si sieda tutti insieme intorno a un tavolo per esprimere la miglior classe dirigente che si assumerà la responsabilità di guidare il Paese nel momento peggiore, dal punto di vista economico e sociale, dal dopoguerra».

«Meloni pericolosa per la democrazia? Una cosa ridicola»

«Io ho fede», ha chiarito Crosetto, parlando del fatto che tutto possa rientrare all’indomani del voto, anche perché le parole dette in campagna elettorale passano, mentre le azioni comuni restano. «Ma solo per il personaggio politico che conosco meglio, Giorgia Meloni, sono sicuro sarà così. Lei – ha proseguito – ha la consapevolezza al 100% che il centrodestra ha un’occasione storica anche per zittire chi la dipinge come non è». A partire dalla tiritera per cui Meloni sarebbe «un pericolo per la democrazia». «Una cosa ridicola», ha tagliato corto Crosetto, sottolineando quanto sia pretestuoso l’allarme fascismo che si sbandiera contro la leader di FdI.

Crosetto: «C’è chi non vuole Meloni al governo per tutelare i propri interessi. Come fanno i parassiti»

«Alcuni amano l’idea di commissariare la democrazia. Si ritengono parte di una piccola cerchia di migliori che deve guidare la nazione senza sporcarsi le mani con i popoli. Io invece spero l’Italia riprenda ad avere governi politici, finalmente», ha poi proseguito Crosetto, commentando le parole di Calenda secondo il quale il governo di centrodestra non durerà. «Calenda, che presume che i titoli di studio o le condizioni di partenza di una persona ostacolino le sue capacità di interpretare ruoli di governo, valuti chi si candida per quei ruoli dai risultati e non in base al proprio pregiudizio», ha sottolineato l’imprenditore, ricordando che «c’è anche un mondo che non vuole far governare Giorgia Meloni perché ha paura che dimostri che quel che si diceva impossibile, in realtà si possa fare. Un mondo che difende lo status quo per tutelare i propri privilegi e interessi. Come fanno i parassiti».

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