Vitamina D, i benefici sono illusori. E l’Aifa rivede le linee guida. Lo studio scientifico sull’integratore

29 Lug 2022 12:02 - di Redazione
vitamina D

Nuovo giro di vite all’orizzonte sugli integratori a base di vitamina D. Lo ha annunciato Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, oggi a Roma durante la presentazione del Rapporto Osmed 2021 sull’uso dei medicinali in Italia.

Sulla base di un maxi studio pubblicato ieri sul ‘The New England Journal of Medicine‘, da cui risulta che “su tutti i parametri considerati” la vitamina D – ha riassunto Magrini – sarebbe “priva di effetti utili”, il Dg ritiene “probabile a breve una revisione della Nota 96 che aveva già determinato un utilizzo più mirato di questo farmaco”, producendo “un risparmio di diverse decine di milioni l’anno”. Magrini auspica inoltre una “campagna di sensibilizzazione” e “nuovo un lavoro più stretto con le Regioni sull’ambito dell’appropriatezza” prescrittiva, “uno dei più importanti”.

Il lavoro apparso sul ‘Nejm’, “una delle più autorevoli riviste” scientifiche internazionali, è “uno studio molto importante – ha spiegato Magrini – il più ampio mai condotto”. Ha coinvolto “oltre 40mila persone”, indagando “sull’efficacia della vitamina D assunta per 5 anni” con l’obiettivo di incidere su un’ampia serie di parametri: fratture, massa ossea, massa adiposa, infarti, ictus, fibrillazione atriale, funzione cognitiva, tumori, ha elencato il Dg Aifa. Un’integrazione a base di vitamina D “è purtroppo risultata priva di effetti utili da tutti i punti di vista”. Tanto che, in “un editoriale di accompagnamento” firmato da “alcuni noti studiosi di osteoporosi”, gli esperti concludono che “non si può più parlare di insufficienza di vitamina D se non in casi estremi – ha riportato Magrini – che non ha senso misurare i livelli ematici di vitamina D come si faceva e si fa, e che le persone dovrebbero smettere di assumere supplementi di vitamina D per prevenire malattie importanti o estendere la durata della vita”.

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