S’erano tanto amati… Conte al Pd: “Contro di noi usate parole arroganti”. A rischio le primarie in Sicilia

22 Lug 2022 18:54 - di Vittoria Belmonte
Conte

E’ scontro ormai tra Pd e M5S. Giuseppe Conte, che non si rassegna ormai a una marginalità ogni giorno crescente, se la prende con gli esponenti dem – Enrico Letta in primis – che hanno chiuso le porte ad ogni possibile alleanza con i pentastellati. Così punta i piedi, e fa presente che in Sicilia si stanno per tenere le primarie per scegliere un candidato comune per la presidenza della Regione. Il M5S vi prende parte come attore dell’alleanza progressista.

Com’è possibile – ragiona Conte – fare alleanze locali e poi trattarci come appestati a livello nazionale? Di qui la sua secca nota: “Ormai la macchina delle primarie siciliane è partita e domani il Movimento vi prenderà parte. In queste ore però leggo diverse dichiarazioni arroganti da parte del Pd. Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo”.

Ma ormai è quasi rissa tra esponenti dem e eletti del M5S. Monica Cirinnà per esempio se la prende con la senatrice Castellone (la capogruppo M5S che al Senato ha fatto discorsi di fuoco contro Draghi). “L’agenda sociale era già in atto, il governo aveva già convocato sindacati e parti sociali. La senatrice Castellone pensi ai guai che ha fatto invece di parlare di giustizia sociale e diritto al lavoro che M5s ha messo in crisi con le sue scelte”.

Si lamenta il senatore 5Stelle Gabriele Lanzi: “Leggo sgomento le dichiarazioni della capogruppo del Partito Democratico, Simona Malpezzi, che attacca il MoVimento 5 Stelle accomunandoci addirittura ai partiti di centrodestra. Mi chiedo il motivo di tanto livore nei nostri confronti, dal momento che anche per il ruolo che ricopre dovrebbe ben avere chiari i passaggi che ci hanno portato alla situazione attuale. È il partito democratico che ha insistito affinché la norma sull’inceneritore fosse inserita all’interno del Decreto Aiuti nonostante avesse ben noto che si trattasse di una norma per noi indigesta che ci avrebbe impedito di votare il provvedimento, cosa già avvenuta peraltro sin da quando il decreto è stato approvato in Cdm”.

Debora Serracchiani traduce così ciò che in un italiano più conciso suonerebbe come un “Ben vi sta”. “La scelta di Conte, che ha preso la strada sbagliata, è stata un errore grave e non si può dire che non l’avessimo avvertito che questo avrebbe determinato una rottura definitiva nei nostri rapporti. Conte ha scelto di rompere in poche ora alleanza e governo, non si può pensare che poi non se ne paghino le conseguenze”.

Luigi Di Maio sguazza intanto nel campo largo frantumato: “Il partito di Conte non è più il M5S”. E ancora: “Conte ha voluto l’isolamento del suo partito”.

E Enrico Letta, già lanciato in una campagna elettorale in cui vuole assumersi la parte di paladino di Draghi dopo averlo affondato (come ha raccontato Renzi), rilancia su Twitter  il post del Pd in cui campeggia una foto di Mario Draghi. “L’Italia è stata tradita. Il Partito democratico la difende. E tu, sei con noi?”, si legge nel post dei dem. Conte non può che prenderne atto.

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