Meloni: «Sono abituata a combattere e non faccio promesse a vanvera»

30 Lug 2022 13:31 - di Eleonora Guerra
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Il sostegno all’economia reale, favorendo «chi lavora e chi produce», togliendo ostacoli a chi il lavoro lo crea e a chi il lavoro lo svolge. Giorgia Meloni mette il rilancio del Paese al centro del programma di governo di FdI, partendo dal presupposto che «la ricchezza non la crea lo Stato, ma le imprese e i lavoratori». Per questo FdI presenta una serie di proposte concrete che mettono il tessuto produttivo italiano al centro di ogni ragionamento e che si tengono ben lontane dalla tentazione del libro dei sogni. «Io voglio concentrarmi su che cosa posso tentare di fare per risollevare il Paese, senza promesse irrealizzabili», ha chiarito la leader di FdI.

Meloni: «Non do per vinte le elezioni, sono abituata a combattere»

Intervistata dal Quotidiano Nazionale, Meloni ha concesso un solo passaggio ai temi dello scontro politico, per poi concentrarsi invece sulle proposte. «Chi si aspettava un centrodestra diviso e litigioso, è rimasto deluso. Come lo sarà – ha spiegato – chi si attende che polemizzeremo tra noi o che scenderemo in una campagna elettorale di lotta nel fango come sta tentando di fare la sinistra». «Non do per vinte le elezioni perché le battaglie sono abituata a combatterle prima di darle per vinte e l’entusiasmo che vedo da parte di alcuni mi fa un pò sorridere», ha poi aggiunto, chiarendo di volersi concentrare su proposte concrete e realizzabili.

La consapevolezza di andare incontro a una stagione difficile

Meloni ha spiegato di avere ben chiaro che «andiamo verso una stagione che, al di là dei dati che vengono sbandierati, sarà molto meno favorevole di quello che raccontano». Concorrono a questo scenario difficile, dal quale non è esclusa la recessione, le conseguenze della pandemia e della guerra, con l’inflazione e la crisi energetica e dell’approvvigionamento. Ma a rendere queste difficoltà così complesse c’è il contesto in cui si sono inserite: quello «dominato dagli effetti negativi della globalizzazione», che non è stata gestita e nell’ambito della quale anche l’Ue «non si è posta il problema di essere autosufficiente rispetto a catene di approvvigionamento vitali e a produzioni strategiche».

Meloni avverte: «Lo Stato non deve disturbare chi produce ricchezza»

L’Italia e l’Europa, dunque, «devono stabilire quali sono le produzioni irrinunciabili e vitali e organizzare filiere nazionali e, laddove non è possibile, affidarsi a filiere europee» o, eventualmente, a partnership con  i Paesi alleati e vicini. Un discorso che vale, per esempio, per gas, chip, farmaceutica, settore dell’auto ed elettrico. Quanto all’Italia, il primo punto per Meloni è «sostenere l’economia reale, il lavoro e chi crea ricchezza e vuole assumere». Via, dunque, «lacci e lacciuoli» come quello del tetto al contante e attenersi invece a «poche regole, chiare e rigorose». Uno «Stato giusto», ha avvertito Meloni, sa che la ricchezza «non la creano i decreti, ma imprese e lavoratori». Quindi, «non li disturba».

Le proposte di FdI: dal cuneo fiscale al “più assumi meno paghi”

Quanto alle proposte concrete, Meloni rilancia la necessità del cuneo fiscale, come misura che davvero «fa aumentare i soldi in busta paga e il potere d’acquisto» e che supererebbe anche il tema del salario minimo. È necessario, poi, «favorire strutturalmente le nuove assunzioni», attraverso il meccanismo del «più assumi, meno paghi». «In pratica – ha chiarito la leader di FdI – più è alta l’incidenza dei dipendenti in rapporto al fatturato, meno tasse paghi».

In questo contesto, non può non tornare il ragionamento sul reddito di cittadinanza, «una misura stupida, controproducente e diseducativa, che disincentiva al lavoro». «Uno Stato giusto – ha avvertito Meloni – non mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo». Quindi, «il reddito di cittadinanza deve essere abolito», creando «lavoro per chi può lavorare» e rafforzando al contempo gli strumenti di sostegno per chi davvero non può essere impiegato o si trova in un momento di difficoltà, autonomi compresi.

 

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