M5S, via i ministri dal governo. Anzi no. Di Maio attacca: i dissidenti escano allo scoperto

15 Lug 2022 15:24 - di Redazione

Nel M5S è consultazione continua. Giuseppe Conte si è riunito con la delegazione del M5S al governo e si discute se i ministri debbano o no dimettersi. Una soluzione, a quanto apprende l’Ansa, discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. E che oggi tornerà a riunirsi. Una girandola di incontri senza mai intravedere una strategia chiara e trasparente.

Via i ministri dal governo, il dissenso di D’Incà

Conte smentisce di avere chiesto le dimissioni dei ministri. Una strada che piacerebbe all’ala più oltranzista ma che non convince il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Il quale, in dissenso rispetto alla linea dura adottata dal M5S, non concorda sull’ipotesi di uno strappo definitivo con Draghi.  Un dissenso, avrebbe spiegato, dovuto alla preoccupazione per il Paese, per le sorti del Pnrr e per le conseguenze europee.

Chi sono i 9 esponenti del M5S nell’esecutivo

Sono 9 gli esponenti del Movimento Cinque Stelle al governo che l’ala ortodossa del M5S vorrebbe far ritirare dall’esecutivo prima che Draghi si presenti mercoledì al Senato.

I ministri sono tre: Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Stefano Patuanelli (Politiche agricole). C’è anche una viceministra, Alessandra Todde allo Sviluppo economico. Mentre sono cinque i sottosegretari rimasti: Carlo Sibilia all’Interno, Ilaria Fontana alla Transizione ecologia, Giancarlo Cancelleri alle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Rossella Accoto al Lavoro e Politiche sociali, Barbara Floridia all’Istruzione.

Di Maio: M5S ormai è partito padronale

Arrivano intanto le stoccate di Luigi Di Maio: “In questo momento io la vedo ancora molto difficile, non è semplice pensare di ricomporre questa maggioranza. Servirebbe un atto di maturità delle forze politiche che la compongono, in particolare di quello che fu il Movimento 5 Stelle e che oggi si chiama partito di Conte, un partito padronale che ieri ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale”. Conte – ha sottolineato – aveva pianificato tutto da mesi. “E se nel Movimento c’è chi non è d’accordo ora è il momento di dimostrarlo”.

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