M5S, al Consiglio nazionale prevalgono i “falchi” (per ora). Ma per Conte non è una buona notizia
È la linea dura a prevalere tra i grillini nelle prime due ore di Consiglio nazionale del M5S. Difficile prevedere se l’esito finale confermerà questo dato parziale. Di certo c’è che esso non aiuta più di tanto Giuseppe Conte, che confida in un sostanziale pareggio tra falchi e colombe. Un po’ perché in quel caso spetterebbe a lui fare la sintesi e un po’ perché consapevole di non avere le phisique du rôle per incarnare il ruolo del leader barricadero. In quel ruolo, meglio il ciuffo di Alessandro Di Battista che la sua pochette a doppia punta. Ma in che cosa consiste la linea dura? In pratica, significa che domani, al momento del voto sulla fiducia sul decreto aiuti, i senatori 5Stelle escono dall’aula.
Conte non è un barricadero
Lo hanno fatto già alla Camera. Ma a Montecitorio il voto è doppio: prima sulla fiducia poi sul merito del provvedimento. Al Senato, no, e questo rende la decisione molto più difficile. Al momento in cui scriviamo, la discussione è ancora in corso. E rischia di protrarsi a lungo dal momento che i grillini cercano un’introvabile quadratura del cerchio. Questa: uscire dall’aula non per sfiducia verso il governo, ma come presa di distanza dal testo, che contiene anche l’aborrito termovalorizzatore di Roma. Nel frattempo, incasserebbero le risposte di Draghi ai nove punti programmatici formalizzati in una lettera da Conte a nome dei 5Stelle.
In 10 voterebbero addirittura contro
Ma si tratta di una strada lastricata di dubbi. Prova ne sia il clamore seguito al lancio di agenzia in cui Salvini ha avvertito che il mancato voto dei 5Stelle di Conte alla fiducia segnerebbe la fine del governo e il ritorno al voto. Una posizione che ha ridato fiato alle colombe. «La decisione non è ancora definita – confida infatti un parlamentare all’Adnkronos -. Ci stiamo confrontando, è ancora presto per dire che lasceremo l’Aula. La possibilità c’è ma stiamo soppesando le possibili conseguenze, perché i timori e i dubbi ci sono». A bilanciare questa posizione, però, ci sono i super-falchi, una decina in tutto, pronti a votare addirittura contro il decreto. Per questo la linea dell‘astensione è quella su cui confidano i più, compresi i più ‘barricaderi‘.