Terrorismo, arrestato a Roma un 37enne egiziano per propaganda jihadista sul web

18 Giu 2022 11:02 - di Redazione
terrorismo egiziano

“Combattente virtuale per conto dello Stato islamico”. Con questa accusa i carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa del gip del Tribunale di Roma nei confronti di un 37 egiziano. Per partecipazione a un’associazione con finalità di terrorismo internazionale e addestramento con finalità di terrorismo. Siamo nell’ambito della cosiddetta “jihad della penna”. L’uomo svolgeva la “mansione di combattente virtuale per conto dello Stato Islamico”.

Terrorismo: propaganda jihadista di un 37enne egiziano

Lo Stato islamico, spiega il Ros, “con la disseminazione di prodotti mediatici di natura apologetica; di video ad alta valenza evocativa; e di aggiornamenti sui ‘successi’ delle campagne di insorgenza nei territori di conflitto, può continuare a sopravvivere. Cooptando sotto la propria bandiera ideologica il maggior numero di aderenti, i quali sono chiamati a colpire nei territori di origine, anche in Occidente. Tale strategia ha la duplice finalità di combattere i miscredenti (coloro che non professano la religione musulmana); e gli apostati (coloro che non professano il salafismo-jihadista, quindi compresi i regimi del mondo musulmano, giudicati corrotti);  e di vincere la contesa globale contro il proprio rivale di maggiore consistenza, vale a dire al-Qaeda”.

“Campagne di aggressione mediatica per lo Stato islamico”

Secondo le indagini l’egiziano, “partecipando a un circuito virtuale composto da meri simpatizzanti, membri effettivi e anche veri e propri combattenti del Daesh, denominato ‘Casa Mediatica Roma’” prendeva parte alle cosiddette “’campagne di aggressione mediatica’, concepite da un nucleo di dirigenti di Stato Islamico, incaricato di individuare gli obiettivi delle offensive virtuali e i mezzi per attuarle”. Secondo gli investigatori – leggiamo sull’Adnkronos– “in questo modo, le pagine social media maggiormente esposte al pubblico venivano inondate di messaggi violenti e di propaganda jihadista: con la finalità da un lato di esaltare i sostenitori del jihad e dall’altro di attrarre la platea di coloro che per la prima volta si affacciano a questa errata interpretazione dell’lslam”.

Terrorismo: l’egiziano condivideva documenti di addestramento militare”

Come ricostruiscono i carabinieri del Ros, l’indagato, “grazie all’accesso che gli era garantito a canali Telegram gestiti dagli organismi mediatici ufficiali di Stato Islamico, ha più volte condiviso con altri utenti documenti di vero e proprio addestramento militare, attraverso i quali ha impartito istruzioni sul maneggio delle armi da fuoco, sulla fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati e sulle procedure operative e tattiche per la messa in atto di attacchi terroristici”. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, trae origine due anni fa, dal particolare attivismo nel web da parte dell’indagato che, riferisce il Ros, “si prodigava nella consumazione e nel rilancio di materiale di propaganda jihadista a favore di una vasta comunità virtuale di utenti. Attività virtuale che rivestiva particolare allarme in quanto lo stesso risultava segnalato, in quei mesi, assieme ad altro co-indagato, come frequentatore dell’area turistica del Vaticano”.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi