Strage di Quargnento, la sentenza d’appello mette fine alla tragica vicenda: 27 anni ai coniugi imputati
Strage Quargnento, arriva la sentenza d’appello che mette la parola fine alla drammatica vicenda. Almeno dal punto di vista giudiziario. Gli imputati infatti, condannati a 27 anni e 26 e 11 mesi, non ricorreranno in Cassazione. Ma l’eco di quella strage continuerà a a deflagrare nel tempo, anche se indagini e dibattimento hanno ufficializzato e stabilito accuse e responsabilità di una vicenda costata la vita a tre vigili del fuoco: Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. Ma procediamo con ordine. E torniamo a quella terribile notte dell’esplosione in una cascina disabitata nel piccolo comune all’Alessandrino…
Strage di Quargnento: la sentenza d’appello mette fine alla drammatica vicenda giudiziaria
E allora, si torna a quelle drammatiche ore tra il 4 e 5 novembre 2019 quando, passata da poco la mezzanotte, a Quargnento, il boato di una deflagrazione squarcia il silenzio della notte. All’interno di una cascina disabitata, si verifica un’esplosione. I vicini chiamano i vigili del fuoco, che poco dopo arrivano sul posto con i carabinieri. Il peggio però si verifica un’ora e mezza più tardi, all’1.32. Quando una detonazione più devastante fa crollare gran parte della struttura. Sotto le macerie perdono la vita tre vigili del fuoco, Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. Il caposquadra dei pompieri, Giuliano Dodero, e un altro vigile, restano feriti insieme a un carabiniere.
Strage di Quargnento, quella notte di fiamme e di morte
Immediate scattano le indagini sulla tragedia. Gli investigatori sentono decine di testimoni, tra cui il proprietario della cascina, Giovanni Vincenti. Il quale, prima indirizza i sospetti su un vicino di casa. Poi, il giorno dei funerali di Stato delle vittime, incastrato dal ritrovamento, nella sua camera da letto, del libretto di istruzioni dei due timer usati per innescare l’esplosione, ammette le sue responsabilità. Costretto dalle circostanze a raccontare di averlo fatto per riscuotere i soldi dell’assicurazione.
Le tappe della vicenda processuale
Qualche mese dopo, a febbraio 2020, la Procura chiede l’arresto anche per la moglie del Vincenti, Antonella Patrucco. Una misura che arriva il 24 giugno 2020, dopo che la Cassazione respinge l’impugnazione dei legali della donna. Un mese dopo la coppia viene condannata in abbreviato a quattro anni per truffa all’assicurazione, crollo e lesioni. Sentenza che arriva dopo che il processo a carico dei due era stato diviso in due tronconi: quello per reati minori. E quello per la morte dei tre vigili del fuoco per la quale Vincenti e Patrucco rispondono di omicidio volontario.
I capi d’accusa per gli imputati
Arriviamo, così, all’11 settembre dello stesso anno, quando in Corte d’assise ad Alessandria comincia il processo per l’accusa più grave che, saltando tutta la parte dibattimentale, si conclude l’8 febbraio 2021 con la condanna dei coniugi Vincenti. Lui, detenuto in carcere ad Ivrea. Lei, in cella a Vercelli, condannata a trent’anni di reclusione. Il mese successivo, la Corte d’appello di Torino conferma per i due la condanna a quattro anni per i reati minori. A Vincenti viene riconosciuto anche la calunnia nei confronti del vicino di casa che gli costa sei mesi di reclusione in più.
Il processo si chiude con la condanna a 27 anni per Vincenti, e a 26 anni e 11 mesi per la Patrucco
Oggi, con la sentenza della Corte d’assise d’appello di Torino si è messa la parola fine. I giudici, accettando la richiesta di concordato presentata dai legali dei due imputati, hanno riformulato la sentenza di primo grado condannando Vincenti a 27 anni e Patrucco a 26 anni e 11 mesi. Nel verdetto sono riuniti anche i reati minori. I due imputati inoltre hanno rinunciato al ricorso in Cassazione.