Scissione Di Maio, l’affondo della Meloni: «Il M5S si squaglia, ma il governo Draghi resta: una follia»

22 Giu 2022 12:48 - di Redazione
Meloni

Va a bersaglio l’affondo di Giorgia Meloni quando, commentando con l’Adnkronos la scissione dei 5Stelle, ne evidenzia l’aspetto surreale. «Lo strappo di Di Maio? Mai vista una scissione di partito per continuare a stare nello stesso governo e votare gli stessi atti». È così: il ministro degli Esteri ha spaccato il suo stesso partito dopo che questo aveva condiviso ogni parola, virgole comprese, della risoluzione sugli aiuti all’Ucraina. Operazione mai vista prima. Non stupisce, perciò, che la leader di Fratelli d’Italia ne abbia messo a nudo la pretestuosità, parlando di una politica ormai ridotta a «spazio usato per la gestione del potere e litigi personali».

Meloni commenta la nuova situazione politica

Parole incontestabili. Ancor di più se si considera che quelli dell’operazione surreale sono gli stessi che dovevano archiviare la vecchia politica in nome di una palingenesi catartica annunciata a suon di Vaffa. «Quelli che dovevano aprire il Palazzo come una scatoletta di tonno – sottolinea infatti la Meloni – hanno finito per mettere la democrazia in salamoia. Ma al di là del giudizio sulle persone e le scelte, ritengo che continuare a tenere in piedi questi governo a fronte dello scioglimento di fatto del principale partito di maggioranza che lo sostiene sia – ha concluso la leader di FdIuna follia».

La Repubblica delle banane

Anche in questo caso, il ragionamento della Meloni è ineccepibile. In nessuna democrazia, nessun governo assisterebbe impassibile al collasso del perno della propria maggioranza. Tranne in Italia, evidentemente, dove l’emergenza è prassi quotidiana e dove, in nome della stessa emergenza, le regole di un sistema democratico sono ormai diventate un optional. Nell’indifferenza di molti, bisogna rilevare. In altri tempi sarebbe stato impensabile che un premier restasse muto di fronte ad un terremoto politico di tale intensità. Solo dieci anni fa Berlusconi fu costretto a dimettersi da Palazzo Chigi per molto meno. È il doppiopesismo, bellezza. È questo, del resto, il vero fondamento della nostra Repubblica delle banane.

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