Salvini: “Su droga e immigrazione il governo rischia”. Letta: “Andiamo avanti, è il solito bluff”

30 Giu 2022 9:55 - di Giovanni Pasero
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“Osserviamo con preoccupazione le continue provocazioni di Pd e 5 Stelle. Invece di lavorare in Parlamento sull’aumento di stipendi di pensioni, legalizzano droghe e regalano cittadinanze facili. Aggiungo che la profonda crisi dei grillini ha coinvolto anche il premier e rischia di aumentare le fibrillazioni”: Matteo Salvini, avverte il governo in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi.

“Questo governo – prosegue Salvini – non è nato per spalancare le porte ai 27 mila clandestini sbarcati fino a ora. Attendiamo da tempo il patto fiscale per 20 milioni di italiani ostaggio di Equitalia e a gennaio non potremmo tollerare il ritorno alla legge Fornero”. Secondo il leader del Carroccio, “questa iniziativa di Pd e 5 Stelle, unita alla cittadinanza facile per gli immigrati, è un grave attacco al governo e crea una spaccatura drammatica fra le forze che sostengono Draghi. Mentre alla Camera la sinistra ha deciso di imboccare questa strada pericolosissima, in commissione al Senato noi abbiamo approvato l’equo compenso atteso dagli ordini professionali” aggiunge il leader del Carroccio.

Salvini minaccia la crisi di governo, nel Pd non ci credono

Nel Pd sono invece convinti che quello di Salvini sia l’ennesimo bluff. «Noi andiamo avanti, dritti, come fatto finora, non si cede al ricatto». Così Enrico Letta parlando con i deputati dem. Il Pd non si ritrae, quello di Salvini è considerato un altro dei suoi «penultimatum», questa la linea. La diffonde il braccio destro del segretario, Enrico Borghi, dopo aver sentito in aula il suo omologo leghista Igor Iezzi minacciare la caduta di Draghi su questo tema. «La cittadinanza è materia parlamentare e tirare in ballo il governo è improprio e scorretto. Come faceva la Dc con il divorzio, il governo si rimetterà alla libertà del Parlamento, sarebbe grave farlo cadere su una legge sui diritti». Tuttavia, come riporta il giornale diretto da Massimo Giannini, far approvare la cittadinanza al Senato sarà difficilissimo e basta una virgola cambiata nel testo per far tornare tutto indietro: detto tutto questo, «molto dipende anche da cosa farà Draghi», sussurra a La Stampa uno dei big del Partito democratico.

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